colletta venerdì santo

Colletta del Venerdì Santo per la Terra Santa

Giacomo Pizzi20 Aprile 2011
Custode di Terra Santa

Riportiamo di seguito l’intervista del SIR sulla Colletta Pro Terra Sancta al Custode di Terra Santa e presidente di Pro Terra Sancta, padre Pierbattista Pizzaballa.

“Cinquanta santuari, 293 missionari, 24 parrocchie, 14 scuole, 4 case per malati e orfani, 4 case per pellegrini, 3 istituti accademici, 1 centro ecumenico, 2 case editrici, oltre 1.320 posti di lavoro, 501 appartamenti, 70 restaurati e 30 in via di restauro, 350 borse di studio, 157 sussidi per studenti in difficoltà: sono questi i numeri della Custodia di Terra Santa, alla quale i Papi, sin dal 1342, hanno affidato la cura dei Luoghi Santi. Una cura resa possibile anche grazie alla Colletta del Venerdì Santo, conosciuta anche come Colletta pro Terra Sancta o “Collecta pro Locis Sanctis”.

In occasione del Santa Pasqua ricordatevi di fare un offerta per la Terra Santa

Ogni anno, per stimolare le Chiese locali a questa raccolta obbligatoria, la Congregazione per le Chiese Orientali, nella persona del prefetto, invia una lettera a tutti i vescovi del mondo nella quale è contenuto un appello a offrire preghiere e generosità concreta per la Chiesa di Gerusalemme e del Medio Oriente. Di norma la Custodia di Terra Santa riceve solo il 65% delle Collette, mentre il restante 35% è destinato ad altre istituzioni che operano in Terra Santa. Le attività del Patriarcato Latino, per mandato della Santa Sede, sono sostenute dai Cavalieri del Santo Sepolcro e da altre istituzioni. In vista della Colletta che, quest’anno, cade il 22 aprile, il SIR ha intervistato il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa.

Come nasce la Colletta del Venerdì Santo e qual è il suo significato?

“La Colletta per la Terra Santa nasce dalla volontà dei Papi di mantenere forte il legame tra tutti i cristiani del mondo e i Luoghi Santi e per ricordare alla Chiesa un impegno che risale all’epoca apostolica. San Paolo nelle sue lettere ai Galati, ai Corinti e ai Romani ribadisce l’impegno di sostenere ‘i poveri che si trovano fra i santi in Gerusalemme’. Nel corso della storia il sostegno dei Pontefici alla Colletta è stato continuo.

Nei tempi più recenti Paolo VI, attraverso l’Esortazione apostolica ‘Nobis in animo’ (25 marzo 1974), diede una spinta decisiva in favore della Terra Santa disponendo, tra le varie cose, che ‘in tutte le chiese una colletta abbia luogo il Venerdì Santo o in qualche altro giorno, con lo scopo di mantenere non solo i Luoghi Santi, ma anche ogni attività pastorale, benefica, educativa e sociale che la Chiesa svolge in Terra Santa per beneficare i fratelli cristiani e la popolazione locale’. Il sostegno alla Chiesa madre di Gerusalemme, alle opere della Custodia e alla tutela e alla salvaguardia dei santuari cristiani, ci riguarda tutti da vicino”.

Quanto raccolto ogni anno è sufficiente ai bisogni della Chiesa di Terra Santa?

“Tanto è stato fatto ma molto resta da fare. Alcune Chiese dovrebbero promuovere questa Colletta che è anche uno strumento di conoscenza della Chiesa che è in Terra Santa, delle sue comunità, della difficile realtà sociale, economica e religiosa in cui si trovano a vivere e a operare.

Non è un mistero, infatti, che a causa di tanti problemi legati anche al conflitto israelo-palestinese i cristiani stanno lasciando la Terra Santa. I cristiani sono circa l’1% della popolazione, 120 mila in Israele e 40 mila nell’Autonomia palestinese, e di questi circa la metà sono cattolici. Una minoranza esigua ma vivace e attiva che cerca di restare legata alla propria fede grazie anche all’unico contesto cristiano rimasto, le scuole. In Terra Santa ci sono 80 scuole cristiane con 100 mila studenti in gran parte musulmani, 14 delle quali sono gestite dalla Custodia. La formazione cristiana passa dalle scuole”.

Teme che la crisi economica globale possa influire negativamente sulla Colletta?

“Gli effetti della crisi economica si stanno facendo sentire già da un po’. Tuttavia sono certo che, anche in questa congiuntura negativa, i cristiani non faranno mancare il loro sostegno alla Terra Santa e alle comunità cristiane locali. Dobbiamo continuare a portare avanti i nostri progetti che vanno dalle scuole, come già detto, alla creazione di opportunità di lavoro fino alla costruzione di appartamenti nella città santa. Questo è un punto molto importante al quale teniamo molto.

Costruire case per i cristiani impedirà che Gerusalemme perda la sua identità cristiana. Dobbiamo offrire motivi di speranza ai nostri fedeli e la Colletta rappresenta un modo concreto per farlo. Sentire il sostegno della Chiesa universale è importante per la Chiesa madre di Gerusalemme”.

Come avete impegnato la Colletta del 2010?

“Con i fondi del 2010 la Custodia ha finanziato, tra le altre cose, lavori ad Ain Karem, a Betania, a Betlemme e a Gerusalemme. Si tratta di restauri, ristrutturazioni e nuove costruzioni. Nella città santa abbiamo consegnato 69 nuovi nuclei abitativi. A Magdala sono proseguiti i lavori di conservazione dell’area archeologica. A livello sociale abbiamo finanziato 360 borse di studio universitarie, sostenuto 10 imprese artigiane, attivato consulenze a famiglie in difficoltà, assistenza medica.

Abbiamo dato risorse per la costruzione di campi di calcio, di basket e di una piscina a Gerusalemme. Interventi analoghi sono stati condotti anche in Siria e in Libano”.