Campo estivo a Betlemme, l’entusiasmo dei più piccoli

Giacomo Pizzi10 Luglio 2015

Si è concluso giovedì 2 luglio il campo estivo svolto presso l’Azione Cattolica di Betlemme. Il tutto è stato finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana, attraverso il Comitato per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del terzo mondo. Il campo è stato poi inserito all’interno di un progetto a sostegno delle fasce più deboli di Betlemme, come donne, giovani e bambini.

Durante la festa finale, i bambini hanno avuto l’occasione di presentare tutto ciò che hanno imparato durante le settimane di attività: balli, canti, saggi teatrali e i lavoretti fatti durante i laboratori. Alla festa hanno preso parte anche genitori, parenti e vicinato.

Il campo ha coinvolto circa 200 bambini tra i 6 e i 13 anni. Erano tutti seguiti da un team di educatori appassionati, suor Anna, coordinatrice del campo, e padre Lwai, frate francescano della Custodia di Terra Santa.

Per tutta la durata del campo estivo i bambini hanno potuto svolgere attività ludico-ricreative ed educative. Le attività includevano balli, teatro, giochi di gruppo, sport – in particolare calcio e basket -, e lavoretti pratici. Ci sono stati giorni di piscina e gita. Non sono mancati i momenti di riflessione attraverso i quali i bambini hanno fatto esperienza della fede cristiana. C’è sempre stata molta collaborazione tra gli educatori e i bimbi. I primi erano disponibili e sempre con la voglia di mettersi in gioco. Gli altri a loro volta sempre entusiasti nelle proposte che gli venivano fatte.

La testimonianza di Federica

Federica, giovane volontaria che ha scelto di dedicare la sua estate ai progetti di Associazione pro Terra Sancta racconta. “Inizialmente mi sono trovata molto disorientata, in quanto era già tutto organizzato quindi toccava a me fare il primo passo e inserirmi. Si è tratta però di una questione solo dei primi giorni, perché poi è andata alla grande. Con i bambini la cosa difficile era comunicare, la maggior parte parlava solo arabo, quindi non sapevo molto come muovermi, ma la cosa che mi stupiva ogni giorno era che cercavano sempre di venirmi incontro, insegnandomi, ad esempio, qualche parola della loro lingua. È sempre bello vedere i bambini pieni di gioia e di entusiasmo soprattutto quando il contesto in cui vivono dice tutt’altro. L’esperienza è stata proprio una bella, faticosa, ma molto interessante, perché in qualche modo sono entrata in rapporto con la loro realtà, con la loro storia e questo mi ha permesso di appassionarmi di più a loro.”

È un momento molto importante per i ragazzi di Betlemme. Per loro, infatti, la vita quotidiana è fortemente influenzata dal contesto socio-politico in cui non sono molte le opportunità di fare esperienze di crescita e di divertimento come questa.

È fondamentale quindi che ci siano iniziative pronte a dare spazio e speranza a quelli che per primi risentono delle difficoltà del paese, ovvero i bambini stessi.

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