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Betlemme: un futuro e una speranza per i bambini in difficoltà

Giacomo Pizzi14 Dicembre 2012

La città di Betlemme, collocata nel Territorio dell’Autorità Palestinese, fino all’anno 2000 ha potuto godere di un certo grado di benessere dato dalle attività legate al turismo e dalle opportunità di lavoro nella vicina Gerusalemme, e più in generale nel territorio israeliano. Con lo scoppio della seconda Intifada ed il suo progressivo inasprimento si è giunti ad una quasi totale chiusura dei transiti  verso il territorio israeliano e ad una notevole diminuzione delle attività turistiche. Le possibilità di lavoro al di fuori del muro entro il quale la città è stata barricata sono ormai pressochè nulle; mentre quelle al suo interno sono rare e saltuarie, considerando le difficoltà economiche di quasi tutte le famiglie.

Con il supporto di tanti piccoli donatori, ATS pro Terra Sancta viene incontro alle difficoltà di molte famiglie, che vengono aiutate nel superare le difficoltà dei loro figli. I problemi delle famiglie sono di varia natura: alcune hanno difficoltà economiche, altre disagi sociali, e tutti questi problemi ricadono sui bambini. Insieme al Franciscan Social Service Office, si intende aiutare molte famiglie disagiate di Betlemme a fronteggiare le difficoltà, e garantire ai loro figli una speranza per il futuro.

Riportiamo qui di seguito la storia di due bambini sostenuti attraverso i programmi di assistenza sociale e sostegno scolastico, coordinati dal FSSO con il supporto di ATS pro Terra Sancta:

Nizar ha nove anni, e viene da una famiglia molto numerosa. La sua materia scolastica preferita è la lingua araba mentre ha qualche difficoltà a studiare e ottenere buoni voti con la lingua inglese. A casa aiuta sempre i fratelli e le sorelle più piccole nei compiti e cerca di rendersi utile il più possibile. La sua famiglia vive esclusivamente di provvidenza, poiché papà Salem a causa di un brutto incidente non è in grado di lavorare, e mamma Layal non è riuscita a trovare alcun lavoro, dovendosi occupare del marito. La loro abitazione è molto povera: alcune camere sono prive di finestre e si scaldano grazie ad una stufa a gas, molto pericolosa e molto costosa per loro, che a malapena riescono a mettere il cibo in tavola per i loro figli. La comunità cristiana si è stretta intorno a loro, in questi anni, cercando di aiutarli e di non far mancare loro lo stretto necessario per poter andare avanti, ma per Layal e Salem è davvero molto umiliante non essere in grado di mantenere i loro figli.

Husam ha sei anni e già da due è orfano di mamma, venuta a mancare dopo una lunga battaglia contro la malattia. Il bambino è rimasto con papà Johnny, un uomo in età avanzata che si è trovato a carico due bambini molto piccoli da accudire. Non riuscendo a occuparsene, dopo poco tempo Husam e la sorellina sono stati affidati ad una congregazione di suore di Betlemme, che si occupano di bimbi orfani. Sempre con il sorriso sulle labbra, Husam è molto contento di andare a scuola. La sua materia preferita è l’educazione artistica, mentre ha qualche problema con la lingua italiana, anche se il suo carattere forte e l’aiuto dei compagni e degli insegnanti lo aiuteranno a superare questa difficoltà.

É solo grazie al sostegno e contributo di tanti amici pro Terra Sancta che Nizar, Husam e tanti bambini e ragazzi come loro potranno continuare il loro percorso di studi e affrontare con serenità e speranza le difficoltà che incontrano nelle loro famiglie.