Cecilia e il Servizio Civile a Gerusalemme: “Questo è un posto in grado di metterti costantemente alla prova”

Giacomo Pizzi16 Dicembre 2014

Sono passati dieci mesi dall’inizio dell’esperienza di Servizio Civile per sei giovani italiani, impiegati in diversi modi presso i progetti di Associazione pro Terra Sancta grazie a un accordo con l’Università di Bari. I giovani stanno mettendo a frutto le loro competenze e le loro conoscenze, ma soprattutto stanno imparando tanto. Ecco il racconto di Cecilia, volontaria presso Associazione pro Terra Sancta e impegnata presso il Museo Archeologico dello Studium Biblicum Franciscanum, e collabora alle fasi di studio, ricerca e promozione del progetto “Terra Sancta Museum”.

Ecco il suo resoconto di questi mesi vissuti a Gerusalemme:

“Subito dopo aver conseguito la laurea in Restauro tessile e in Storia dell’arte, ho avuto la possibilità di venire a Gerusalemme. In questo luogo ho potuto stare a contatto con il bellissimo patrimonio artistico e culturale francescano, catalogando tessuti copti e antichi gioielli.

Tirando le fila di questa esperienza, giunta quasi al suo termine, non posso tralasciare l’innegabile crescita personale avvenuta in queste circostanze: questo è un posto in grado di metterti costantemente alla prova. Ogni giorno mi veniva posta di fronte una sfida grande e soprattutto nei momenti di tensione ero sempre costretta a rendere ragione del perché fossi qua, della testimonianza che potevo portare, in quanto cattolica, in un paese tanto pieno di contraddizioni, quanto affascinante e ricco di occasioni. Bellissimi i rapporti di amicizia nati quest’anno (su alcuni dei quali non avrei mai scommesso) e che invece sono stati essenziali nei momenti di difficoltà, semplici e genuini come solo una convivenza così stretta può far nascere.

Dal punto di vista lavorativo la sfida è stata altrettanto grande: l’imprecisa messa a fuoco del mio ruolo ha inizialmente comportato delle difficoltà, la sensazione di sentirsi poco utile e mortificata per l’impossibilità di dare il meglio di me mettendo in gioco totalmente le mie capacità e competenze. Alla fine però ha avuto la meglio il desiderio di imparare  il più  possibile, cercando in tutti i modi di raccogliere un bagaglio di esperienza che sarebbe stato difficile trovare altrove.

Infatti, la possibilità di poter osservare dal vivo un così grande patrimonio storico artistico, al di là di tutte le incomprensioni e di tutte le difficoltà, è stata un’occasione unica e irripetibile.  Mi rendo conto con limpida certezza che la mia crescita è stata possibile proprio grazie a queste sfide giornaliere e tutto quanto vissuto sino ad ora mi sarà di grande aiuto per affrontare la vita lavorativa futura.”