Isernia – Gerusalemme. Catalogare per valorizzare: i primi frutti

Giacomo Pizzi26 Luglio 2012

Il 6 giugno di quest’anno è stato organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata l’ultimo degli incontri – prima della pausa estiva – del Dottorato di Ricerca in Antichità Classiche e loro Fortuna: Archeologia, Filologia, Storia. All’interno di tale Giornata di Studio, dal titolo “Israele nell’antichità: nuove ricerche di storia, archeologia, epigrafia”, sono stati presentati gli Atti del Convegno svoltosi ad Isernia il 6 aprile 2011 su “Dal regno di Iudaea alla provincia di Syria et Palaestina. L’archeologia nella Terra Santa” a cura di Fulvia Ciliberto.

La giornata isernina e i relativi atti hanno avuto lo scopo di mostrare le potenzialità, per lo studio e la valorizzazione dei Beni Archeologici della Custodia di Terra Santa, che il progetto di inventariazione e catalogazione informatica del patrimonio del Museo Archeologico dello Studium Biblicum Franciscanum, avviato da ATS pro Terra Sancta nel 2009, possiede. Come ha sottolineato nel suo intervento di presentazione Margherita Bonanno, Docente di Archeologia delle Province Romane a Tor Vergata, «esso è di grande importanza perché è un contributo italiano allo studio della realtà, del patrimonio storico-artistico di questi territori assai interessanti » e contribuisce a dare «nuovo impulso alla valorizzazione del patrimonio che si trova sotto la Custodia in Terra Santa».

Gli Atti, accolti nella collana Museum dello Studium Biblicum Franciscanum grazie alla disponibilità del Direttore, Padre Eugenio Alliata ofm, raccolgono i contributi di Elisabetta Bruno (COPATItalia-Beni Culturali, Torino) sulle tecnologie digitali impiegate nel progetto di catalogazione; di  Fulvia Ciliberto e Cecilia Ricci (Università degli Studi del Molise), che hanno riletto un frammento di sarcofago a ghirlande con tabula iscritta, e di Daniela Massara (Università degli Studi di Milano) che ha mostrato come, attraverso il recupero dei dati antiquari e di archivio, sia stato possibile risalire al contesto originario di alcuni lacerti di mosaico conservati al Lapidarium della Flagellazione.