“Michele Piccirillo, francescano archeologo, tra scienza e provvidenza”

Giacomo Pizzi26 Ottobre 2010

“Un libro che nasce da un atto d’amore verso quest’uomo straordinario”- queste le parole usate da padre Giovanni Claudio Bottini per introdurre il libro in ricordo dell’archeologo francescano recentemente scomparso “Michele Piccirillo, francescano archeologo, tra scienza e provvidenza”, presentato in occasione della rassegna “Sguardi sui cristiani del Medio Oriente” che ha accompagnato lo svolgimento del Sinodo per il Medio Oriente. “In qualità di archeologo Piccirillo ha contribuito a riscrivere sezioni della storia della Chiesa attraverso le informazioni raccolte dai mosaici da lui scoperti, individuando nomi di vescovi, preti, chiese e dimostrnado come nei primi tre secoli del dominio musulamno in Terra Santa la comunità cristiana abbia prosperato”, ha commentato padre Bottini, ricordando che padre Piccirillo avrebbe fatto dell’archeologia uno strumento di incontro tra persone di diverse religioni e di pace, venendo incontro alle necessità concrete della popolazione locale.

La valorizzazione culturale e artistica dei luoghi, infatti, non è mai stato l’unico obiettivo del frate francescano: le attività realizzate in passato e i progetti ancora oggi portati avanti da ATS pro Terra Sancta, la ong della Custodia di Terra Santa, puntano molto sul sostegno all’economia della zona coinvolta nel progetto e sui benefici che le azioni possono portare alle popolazioni locali. Si pensi, ad esempio, al Mosaic Center di Gerico  e all’importanza che la formazione al personale locale continua ad avere. “Il Mosaic Center di Gerico”, ha spiegato Osama Hamdan, architetto collaboratore di ATS pro Terra Sancta nonchè allievo di padre Michele Piccirillo, “serve l’area palestinese sia nell’attività di restuaro, sia nella produzione di mosaici: abbiamo cominciato con due persone nel 2020, ora ce ne sono già 13. L’idea era quella di non formare semplici tecnici, dipendenti, ma gente capace di pensare per investire non solo sulle pietre ma sulle persone.” Lo stesso principio che è tutt’ora alla base delle attività svolte presso il laboratorio sulla madreperla di Betlemme, dove, come spiegato dalla storica dell’arte Carla Benelli, “l’obiettivo è di far ripartire una produzione che dal 1600 ha prodotto a Betlemme capolavori ospitati oggi nei musei di tutto il mondo, formando adeguatamente artigiani locali”.

Un altro progetto voluto e iniziato da padre Michele Piccirillo è quello attualmente realizzato da ATS pro Terra Sancta a Sebastia, dove, oltre al recupero di un centro storico in totale degrado, vengono svolte attività di formazione della popolazione locale per permettere ai palestinesi di sfruttare al meglio le opportunità offerte loro dallo svolgimento di lavori nella cittadina.