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Verso il Natale a Damasco. Lettera di padre Bahjat

Giacomo Pizzi4 Dicembre 2020

Padre Bahjat, parroco di Damasco, ci scrive per raccontarci il preoccupante dramma della povertà in Siria, che non troverà pace nemmeno questo Natale

Cari amici,

in questo periodo, in tutta la a Damasco e in tutta la Siria viviamo tempi drammatici, perchè le conseguenze dell’embargo pesano su tutta la popolazione e ci costringono a sforzi enormi. L’inflazione è arrivata al punto che le spese sono insostenibili per le famiglie. I prezzi sono cresciuti e gli stipendi sono diminuiti. Prima della guerra un insegnante guadagnava circa 800 euro, ora ne guadagna 40 o 50.

Il prezzo del pane nei negozi è inaccessibile per le famiglie (ogni giorno per 5/6 persone costerebbe circa 1,5€) e nelle panetterie del governo, dove esistono delle convenzioni speciali, la stessa quantità di pane costa 50 centesimi. In queste panetterie, però, a volte si aspetta anche quattro o cinque ore. Ultimamente anche il grano è stato colpito da una disgrazia: in certe parti del paese i ribelli – sostenuti dalla politica occidentale – hanno bruciato intere terre e la mancanza della farina colpisce tutte le famiglie.

Una mamma raccontava che un giorno è andata alle 3 del mattino a prendere il pane in una panetteria qui a Damasco e ha aspettato fino alle 7, oltre quattro ore, ma il pane era finito. Un altro ragazzo mi raccontava che un giorno, quando è tornato a casa da scuola, non ha trovato il pane ed è andato a comprarlo. Ha aspettato fino alle 6.00, ma il pane era già finito.

Giorno dopo giorno queste esperienze hanno iniziato a provocare disperazione nella vita di tantissime persone, togliendo loro la speranza di un futuro migliore. Per tanto tempo è stato difficile trovare la benzina e la gente ha dovuto fare file lunghe anche 7-8 ore davanti al benzinaio. Inoltre, spesso la benzina è diluita, sporca e danneggia le macchine.

Per comprare la benzina, un giovane è stato costretto a saltare regolarmente i suoi incontri serali con altri coetanei presso la chiesa.

Aldilà di tutto è stato bellissimo vedere che, conoscendo le difficoltà condivise, il tempo trascorso facendo la fila per la benzina ha fatto crescere l’unione tra le persone. In queste circostanze mi sono accorto che nella nostra comunità la fede della gente si approfondisce ancora di più nell’Unico nostro bene.

Non solo la nostra comunità si è riunita, ma tutta la comunità di Damasco e le persone consacrate si sono radunate nella nostra parrocchia, per stare insieme e rafforzare i loro rapporti. È stata una testimonianza forte di come queste situazioni aiutino ad unire le forze e i carismi della Chiesa permettendo di condividere tutte le gioie e le difficoltà.

In questi mesi abbiamo anche rinnovato un locale (circa 50 metri quadri) sotto la parrocchia per fondare una biblioteca e creare uno spazio per i giovani e i loro bisogni spirituali e teologici. Dopo 4 mesi di lavoro speriamo di poterla aprire al pubblico questo mese. Ci sarà anche un’area dedicata ad un piccolo museo (oggetti, lettere antiche della parrocchia).

Un altro avvenimento significativo di questo periodo è accaduto in questi giorni: il governo ha tenuto un incontro internazionale invitando venti altri paesi, per valutare come si potrebbe favorire il ritorno dei migranti siriani sparsi in tutto il mondo e ricostruire il nostro Paese, ma sembra che questa iniziativa non abbia portato i frutti desiderati. Infatti, resta il problema più grosso, quello dell’embargo, che ci impedisce di sperare in un futuro migliore. Un nostro giovane ha commentato cosí: Finché non c’è pane per la gente che vive qui, come potrebbero vivere quelli che ritorneranno?”

In parrocchia noi continuiamo ad aiutare le famiglie in situazione di necessità con i nostri progetti di aiuto umanitario e con la nostra équipe andiamo avanti a rafforzare il sostegno:

  • per la distribuzione di generi alimentari e kit per la pulizia attraverso i buoni a 500 famiglie;
  • per la distribuzione del gasolio a 500 famiglie;
  • per la fornitura delle medicine necessarie a 217 persone con malattie croniche;
  • per le operazioni chirurgiche (finora 350 persone sono state aiutate);
  • per la fornitura di pannolini ai bebè di 117 famiglie;
  • per il pagamento delle spese universitarie di 200 studenti.

Attraverso queste azioni, vorremmo garantire, con l’aiuto di tutti, la speranza di un futuro migliore anche in questa situazione difficile.

Sostieni anche tu la comunità di Damasco!