“40 colpi di mortaio in un solo giorno. Centinaia di feriti”: Ayham, di ATS pro Terra Sancta racconta la tragedia di Damasco

Giacomo Pizzi22 Febbraio 2018

“La situazione è peggiorata ancora. Solo oggi la città di Damasco è stata colpita da almeno 40 colpi di mortaio… Da domani saremo costretti a restare nelle nostre case, muoversi a Bab Touma in questi giorni è veramente troppo rischioso”.

Il messaggio di Ayham, 26 anni, di Associazione pro Terra Sancta in Siria al collega di Milano non lascia spazio a interpretazioni. Arriva proprio nei giorni in cui ci avviciniamo al settimo anniversario dell’inizio del conflitto in Siria. Ricorda che qui la guerra non è ancora finita e che anzi in questi giorni a Damasco si sta consumando una tragedia. I media sono tornati a parlarne da qualche giorno e ieri l’ONU ha pubblicato un foglio bianco a indicare che “non ci sono parole per tanto orrore”.

macerie damasco Anche Ayham ci manda un report, allegato al suo breve messaggio. “Vi scrivo mentre i colpi esplodono a pochi passi da qui, sulla città vecchia. Dall’inizio del 2018, esattamente dal 9 gennaio, centinaia di colpi di mortaio e missili piovono sul quartiere di Bab Touma, dove si trova la parrocchia dei francescani, e sulla città vecchia di Damasco provocando altrettanti morti e feriti. Il picco si è raggiunto l’8 di febbraio, quando 72 colpi in un giorno hanno causato 20 vittime tra i civili e 141 feriti tra cui molte donne e bambini”. Si tratta di una nuova massiccia offensiva, lanciata dai ribelli dall’area di Al-Ghouta distante pochi chilometri dalla capitale. Una lotta che da domenica 18 febbraio si è fatta ancora più sanguinosa poiché guerra damaco l’artiglieria dell’esercito ha iniziato a rispondere, sempre a scapito dei civili. Secondo i dati dell’Osservatorio per i diritti umani, è la più pesante perdita di civili in un solo giorno dal 2015.

Durante questi anni di conflitto, la città non aveva mai visto combattimenti così intensi e ai brevi episodi di violenza e terrore si erano sempre alternati periodi più lunghi di calma. “Dall’inizio di quest’anno però è diverso. Proprio ora – continua il nostro collaboratore –  quando a Damasco si iniziava a parlare di pace e di ricostruzione, e si era tornati a guardare il cielo. Ora quello stesso cielo ci ha restituito un’ondata di terrore e la città è ricaduta nel panico”.

Ayham segue l’implementazione dei progetti di sostegno nell’emergenza di ATS pro Terra Sancta a Damasco. Qui insieme ai frati della Custodia di Terra Santa, l’associazione segue varie attività di aiuto alla popolazione locale, donando rifugio, cibo e medicine alle vittime della guerra, e collaborando con vari ospedali per fornire cure soprattutto a donne, bambini e anziani: coloro insomma che soffrono di più in questi giorni nel bagno di sangue che si sta consumando a Damasco. Uno degli ospedali con cui collabora l’associazione ad esempio, l’ospedale St. Louis, in questi giorni ha accolto più di 94 vittime di combattimenti. Tra questi, 6 erano bambini sotto i 12 anni e 9 sono sotto i 18.

“La situazione – conclude Ayham – è terribile. Le scuole sono chiuse in attesa di esiti futuri mentre ognuno di noi ogni giorno esce la mattina per andare a lavorare temendo in cuor suo di non tornare a casa la sera”.

                                           Guarda la testimonianza video di Ayham!