servizio civile terra santa

Servizio Civile al termine: il racconto di Giuseppe

Giacomo Pizzi4 Febbraio 2013

Questa settimana termina l’esperienza del Servizio Civile per i quattro giovani italiani, che durante quest’anno sono stati impiegati in diversi modi presso i progetti di ATS pro Terra Sancta, grazie a un accordo con l’Università di Bari. Hanno messo a frutto le loro competenze e le loro conoscenze, ma soprattutto hanno imparato tanto, e tornano a casa arricchiti da un’esperienza umana e professionale unica. Ecco il racconto di Giuseppe Schiavariello, impegnato presso il Museo Archeologo dello Studium Biblicum Franciscanum nell’ambito del progetto “Raccontare la Terra Santa“.

“Quando si va a Gerusalemme si piange due volte: quando si arriva e quando si riparte. Questo riadattamento della più celebre frase tratta dal film ”Benvenuti al Sud” può servire a spiegare in maniera molto sintetica la fine di un anno di servizio civile in Israele. Sono partito con molta gioia, consapevole che i mesi in Terra Santa mi avrebbero portato belle e piacevoli novità, ma non si può neppure nascondere la tanta paura che ho avuto nell’affrontare questo viaggio: una nuova casa, nuove persone ”estranee” con cui avrei dovuto vivere per tanti mesi… Ci sarei riuscito? Sarebbe stato tutto bello? Ci sarebbero stati problemi, litigi?

I mesi poi sono trascorsi tra alti e bassi, passando dal caldo al freddo, anzi finendo con la neve! E senza accorgermene è arrivata anche la data del ritorno in Italia, un ritorno definitivo che ha portato tante lacrime, un immenso dispiacere legato al fatto di dover lasciare quei luoghi e quegli amici. Sono stati mesi intensi, difficili da riassumere e da descrivere in poche righe: le emozioni e le esperienze vissute, gli insegnamenti ricevuti, i tanti pensieri maturati faranno per sempre parte di me, saranno un bel ricordo che la Terra Santa mi ha lasciato e costituiranno un punto fermo da cui ripartire ora, al mio ritorno in Italia.

Le immagini dei luoghi, il calore delle persone che ho incontrato, i volti degli amici che si sono alternati nei mesi di vita in Israele mi accompagneranno sempre e costituiranno senza dubbio un piacevole ricordo nei momenti in cui la nostalgia per quei luoghi e quelle persone mi assalirà. Spero di poter tornare un giorno a Gerusalemme e rivivere, assieme agli amici che lì ho incontrato, altre entusiasmanti avventure”.