A Betlemme si lavora per la pace

Jacopo Battistini19 Aprile 2024

A Betlemme dall’inizio di ottobre si respira un’aria di incertezza e di tensione. La guerra che sta devastando la Terra Santa ha colpito Betlemme nel suo centro nevralgico: l’avvento del conflitto ha determinato la fine del turismo religioso, principale fonte di sostentamento della città. Da mesi, ormai, moltissime persone hanno perso il lavoro e si trovano in seria difficoltà economica, senza che la situazione offra alcuna prospettiva di miglioramento; anzi, l’affluenza di turisti e pellegrini diminuisce di giorno in giorno, e lo sviluppo degli eventi internazionali – soprattutto il recente attacco di Israele a Damasco e la risposta dell’Iran – non favorisce certo la ripresa di visite e pellegrinaggi nella città di Gesù Bambino.

Questa situazione richiede un intervento tempestivo prima di diventare irrisolvibile, e noi di Pro Terra Sancta ci siamo posti al fianco delle famiglie colpite dalla crisi con la messa a punto di un nuovo, importante progetto. L’idea iniziale appartiene a suor Anna, dell’ordine delle Figlie di Sant’Anna, che da un anno è responsabile dell’ufficio del servizio sociale della parrocchia di Betlemme e dunque è molto attenta e coinvolta nel supporto ai cittadini in difficoltà. In Palestina, d’altronde, le suore hanno un ruolo fondamentale nell’aiutare le persone più fragili, tanto che il referente dei nostri progetti a Betlemme afferma che le suore “sostituiscono di fatto uno stato sociale inesistente”. Con la proposta di sostegno ai nuovi disoccupati di Betlemme suor Anna ne ha offerto un’ottima dimostrazione.

Suor Anna a Betlemme.
Suor Anna, responsabile dell’ufficio del servizio sociale della parrocchia di Betlemme.

L’idea di suor Anna

“Prima della guerra – ci racconta – la nostra parrocchia offriva aiuto a una settantina di persone a settimana; adesso il numero di chi si rivolge a noi per avere un sostegno è più che triplicato, sfiorando le duecentocinquanta persone ogni settimana.”

Suor Anna spiega poi come i sussidi economici offerti dalla parrocchia, nel corso dei mesi, siano diventati insufficienti per ripristinare un’idea di normalità a Betlemme: “Tanti all’inizio chiedevano direttamente delle offerte, ma con il passare del tempo ricevere soltanto dei soldi, senza poter lavorare per guadagnarli, ha iniziato ad essere percepito come una mancanza di dignità. L’uomo ha sempre cercato la dignità del lavoro, da sempre è la possibilità di guadagnarsi da vivere che fa sentire le persone in pace con se stesse e con ciò che possiedono.”

È qui che nasce l’idea di aiutare chi ha perso il lavoro in un modo diverso dal semplice contributo in denaro: “Vedendo tutte queste persone disperate e umiliate nell’impossibilità di guadagnarsi da vivere ho pensato a una possibile soluzione per aiutarli offrendo loro un lavoro. Mi sono informata su quale mestiere svolgesse chi ci chiedeva aiuto e ho cercato di proporre a tutti un impiego affine alle capacità e all’esperienza di ciascuno, per restituire a tutti la propria legittima dignità; se si rivolgeva a me qualcuno che prima faceva le pulizie negli alberghi, per esempio, cercavo di ricollocarlo per tenere in ordine le varie strutture legate alla parrocchia, e tentavo sempre di garantire un compenso adeguato anche a chi riusciva a lavorare solo mezza giornata.”

“Ora, grazie a Pro Terra Sancta, possiamo aiutare molte più persone: se prima, con le sole risorse della parrocchia, non avevamo sempre a disposizione fondi sufficienti per tutti, adesso il progetto è di garantire a tutti coloro che ce lo chiedono venti ore di lavoro settimanali e uno stipendio, seppur minimo.”

L’impatto del progetto

Il progetto non è che agli albori, eppure è già stato d’aiuto a moltissime persone: “Ho girato tutte le associazioni di beneficenza della città per capire se avessero bisogno di lavoratori, e poi ho cercato, tra le persone che si erano rivolte a me, se ci fosse qualcuno adatto per quel ruolo. Una volta trovata la persona giusta la mandavo in una di queste opere, pagandola con i nostri fondi.” In questo modo chi era rimasto senza lavoro ritrova la possibilità non solo di sostenersi dignitosamente, ma anche di aiutare la propria città, riscoprendo il valore che lavorare assume non solo per sostentare la propria famiglia, o per restituirsi una dignità, ma anche per aiutare la propria comunità.

La situazione a Betlemme è ancora particolarmente difficile; come ci spiega suor Anna, “Betlemme è molto danneggiata proprio perché vive principalmente di turismo, e i danni economici causati dalla sua interruzione sono enormi, e destinati a crescere ancora.” Ma nonostante le difficoltà è fiduciosa, e ci lascia con una nota di speranza: “Grazie all’aiuto di Pro Terra Sancta e di altre organizzazioni sarà possibile superare anche questa, e ricostruire Betlemme. Questa iniziativa è solo un esempio di tutti i modi in cui è possibile aiutare le persone in difficoltà: dobbiamo continuare a lavorare insieme per costruire un futuro migliore per Betlemme e per tutta la Terra Santa.”

Vista della Basilica della Natività di Betlemme.