Bombe a Idlib e Aleppo. L’appello: “pregate per la Siria. Aiutateci!”

Giacomo Pizzi14 Febbraio 2020

E’ ancora guerra nel nord della Siria, dove si combatte senza sosta nella provincia a Idlib e alle porte di Aleppo. Più di 400.000 gli sfollati al freddo sotto la neve, senza cibo né acqua. Pubblichiamo l’appello dei frati nella regione.

Trema il terreno a Idlib, la gente fugge e le grida di chi non ha più nulla si perdono nella neve. Si perché nevica senza sosta da giorni nella provincia di Idlib, nel nord della Siria, e cadono incessantemente le bombe.  Da alcune settimane infatti si è intensificata l’offensiva dell’esercito governativo e russo contro le milizie jihadiste per liberare l’autostrada M5 che da Damasco porta ad Aleppo.

“Vi prego e supplico di pregare anche per la nostra pace, per la nostra patria e per la nostra zona. Siamo nella tragedia umana” Così fra Hanna Jallouf, francescano a Knaye e Yacoubieh, due villaggi della provincia di Idlib sotto il dominio jihadista, nel suo video messaggio rivolto al Santo Padre e a tutti coloro riuniti per l’incontro sulla pace dei vescovi del Mediterraneo dove chiede preghiere e aiuto. Aiuto in particolare per i più di 400.000 sfollati isolati al freddo e nella neve, senza né cibo né acqua. Uomini, donne e bambini che fuggono per salvarsi la vita, ma che al momento, aggiunge “sono senza futuro, povera gente!”.

“Santità Pregate per la pace in Siria; vi prego e supplico di pregare anche per la nostra pace, per la nostra patria e per la nostra zona [la provincia di Idlib ndr], perché ci sono tanti profughi e tanti rifugiati senza tetto e senza viveri. Siamo nella miseria umana”. 

All’appello di fra Hanna si aggiunge anche il Ministro francescano della Regione San Paolo, fra Firas Lutfi, che al telefono si dice molto preoccupato: “Ritorna una forte destabilizzazione anche alle porte della città martire di Aleppo, nella zona confinante con la provincia di Idlib, dove sono in corso pesanti bombardamenti per liberare l’area. Anche qui è tornato il terrore, non si dorme la notte e la gente è sempre in stato di allerta”. “Da un lato però – aggiunge il frate – c’è uno spiraglio, perché in seguito a questa offensiva si spera in una calma definitiva; dall’altro però c’è una preoccupazione per eventuali ulteriori interventi dell’esercito turco, ripercussioni da parte dei ribelli in fuga, sulle nostre comunità e per l’attuale situazione sociale. Aiutateci!”.

Purtroppo la situazione è grave, e più passa il tempo e più la guerra incide sulle famiglie che sono sempre più povere a causa della pesante inflazione: 1 dollaro è passato da 45 lire siriane prima del conflitto a 1000. Chi poteva è fuggito, ma chi rimane, nonostante la forte perseveranza e l’impegno, fatica a vedere una speranza.  Per questo  noi di Pro Terra Sancta vogliamo intensificare il nostro impegno in questo momento di nuova particolare prova e insieme a fra Hanna e fra Firas vi chiediamo di sostenere la Siria.