Continua l’Emergenza in Egitto, dove peggiora la situazione dei cristiani e non solo

Giacomo Pizzi29 Ottobre 2012

photo by Miriam MezzeraRiportiamo qui di seguito le parole preoccupate di Padre Ibrahim Faltas, francescano della Custodia di Terra Santa di ritorno da un viaggio nella sua terra: l’Egitto.

“Quest’aria ricca di fascino e antichità non esiste più. Ho provato grande sconcerto nella mia recente visita in Egitto, a constatare il radicale mutamento della situazione e la cruda realtà che molte persone vivono. Dopo il 25 gennaio 2011 è sparito il vecchio Egitto. Le televisioni di tutto il mondo trasmettevano le immagini dell’oceanica folla di egiziani, in Piazza Tahrir, che protestavano sino a far crollare definitivamente il governo e tutto lo stato di polizia, accelerando così il percorso della storia, come del resto in tutto il nord Africa.

Durante i giorni della rivoluzione molti delinquenti sono entrati nelle caserme della polizia, uccidendo molti poliziotti. La polizia, che avrebbe dovuto mantenere l’ordine pubblico, ha perso la dignità e il potere e oggi non esiste più, facendo così degenerare la situazione dove nelle grandi città come il Cairo ed Alessandria, regna sovrano il caos, una vera Babele!

Alcuni quartieri del Cairo e di Alessandria sono diventati un grande mercato a cielo aperto: in ogni angolo, lungo le strade, sui marciapiedi, donne, bambini, uomini si improvvisano venditori di frutta e verdura o altre mercanzie, per sopravvivere alla povertà giornaliera, senza alcun rispetto dei luoghi, dove la sporcizia si accumula di giorno in giorno sempre più, aumentando la precarietà delle condizioni igieniche. Durante il giorno la corrente elettrica viene staccata almeno per quattro volte, sia per le abitazioni residenziali, sia per l’attività commerciali. Il grande disagio è alla se-ra, dove la vita del Cairo e di Alessandria è vivace quanto di giorno, costringendo molta gente a ridurre l’attività la-vorativa perché oscurati dalla mancanza della luce. Anche l’acqua non sempre c’è!

Mi sono imbattuto in chilometriche code di automobili e camion che aspettavano delle ore per poter fare rifornimento di gasolio. Il traffico è ingestibile, fuori da ogni controllo di ordine e di regole di viabilità. (…) La criminalità è così diffusa, che giornalmente si assiste ad episodi dove giovani delinquenti ti fermano per strada in tono minaccioso derubandoti. Sono ragazzini che in sella a fatiscenti motorini scippano le borsette alle donne, rubano di mano il cellulare ai passanti, anche mentre stanno parlando. Molti delinquenti hanno occupato abusivamente appartamenti vuoti, e i legittimi proprietari non possono né intervenire, né rivolgersi alla polizia perché nessuno li tutela.

(…) Ho parlato a lungo con tanti amici che ho avuto occasione d’incontrare ad Alessandria, ho percepito la loro paura e la loro tensione per il futuro. Alcuni direttori scolastici mi hanno confermato che molti cristiani sono emigrati, e il numero degli allievi è diminuito notevolmente. Molta gente ha perso quel senso di rispetto e di civilizzazione anche nell’educazione dei propri figli, l’immoralità è diffusa, quanto l’uso di stupefacenti da parte dei giovani.

(…) L’esperienza che ho vissuto quest’anno nella mia terra mi ha addolorato moltissimo! Non ho più riconosciuto la mia città di Alessandria, in così poco tempo trasformata! Ma la mia grande amarezza è vedere la disperazione della comunità cristiana, che non vede una via d’uscita e non intravede un futuro per i propri figli e per le nuove generazioni egiziane.

In aeroporto in attesa del volo che mi riporta a casa, penso ai milioni e milioni di egiziani che vivono giornalmente questa cruda realtà e non posso fare a meno di rileggere questa storia sotto la mia esperienza francescana. San Francesco, nel 1219, durante il periodo delle crociate intraprese un lungo viaggio attraverso l’Egitto e la Siria, come ambasciatore di dialogo e di pace, per incontrare il Sultano d’Egitto. Questo gesto di San Francesco è stato la testimonianza del rispetto e del dialogo tra culture differenti.

(…) Forse da questa terra, dove tanta cultura è stata profusa nei secoli, oggi possiamo riaprire la mente e il cuore della nuova generazione ad un nuovo volto dell’Egitto, dove è giunto il momento di decidersi e di rialzarsi, dove la conquista più importante è rendere alla società civile il rispetto e la dignità di ogni uomo, fondato sulla legge e la cittadinanza completa basata sull’uguaglianza, la giustizia e la garanzia della libertà religiosa.”

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Il racconto completo di Padre Ibrahim Faltas si trova sul sito della Fondazione Giovanni Paolo II.

ATS pro Terra Sancta intende continuare a sostenere la popolazione egiziana, attraverso i frati francescani della Custodia di Terra Sancta che si trovano nel paese. Per far questo, lancia un appello affinché tutti collaborino nel fronteggiare questa emergenza.

Diamo speranza all’Egitto:

sosteniamo chi si trova nella povertà, nell’abbandono, nella disperazione!