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“Cultura e musica: la miglior opportunità d’incontro”. Il Terra Sancta Organ Festival a Gerusalemme

Giacomo Pizzi30 Ottobre 2019

Le mani di Erzsébet Windhager-Gered, musicista romena, si muovono rapide sui tasti dell’imponente organo della chiesa di S. Salvatore a Gerusalemme e il numeroso pubblico presente ascolta rapito le potenti melodie risuonare nella navata. Con le note di Bach si apre il primo dei tre appuntamenti gerosolimitani della sesta edizione del Terra Sancta Organ Festival, organizzato dalla Custodia di Terra Santa con il supporto di Associazione pro Terra Sancta. Durante il festival musicale che vede l’organo come protagonista indiscusso, numerosi artisti di primo piano provenienti da tutto il mondo, dall’Italia alla Germania, dalla Romania agli Stati Uniti, si esibiscono in concerti con repertorio vario in diverse chiese della Terra Santa.

“L’organo – ha commentato fra Riccardo Ceriani, responsabile del Terra Sancta Organ Festival – non è di per sé uno strumento tipicamente cristiano, ma qui in Medio Oriente è percepito come tale. Lo scopo del festival è avvicinare tutti gli amanti della musica d’organo e permettere loro di ascoltare un repertorio classico non necessariamente legato alla liturgia”.

Lo conferma Evgeny, ebreo russo di Gerusalemme: “L’organo è parte della mia tradizione occidentale, sono cresciuto con il suo suono in Russia, e quindi mi è molto familiare. Sono contento dunque di poterlo ascoltare durante questo importante evento culturale per la mia città. Lo seguo da alcuni anni e con me anche molti altri appassionati israeliani, a riprova del fatto che la cultura e la musica sono la migliore opportunità di incontro”. Una visione condivisa anche da Associazione pro Terra Sancta che crede e sostiene il progetto per la sua universalità.

Il programma di quest’anno presenta un’offerta davvero ricca, frutto di un lavoro complesso a cui da anni contribuiscono Grazia e Pier Paolo, membri dell’Associazione Romano Gelmini, che affiancano fra Riccardo e il direttore artistico Eugenio Maria Fagiani in tutta l’organizzazione. “Dietro ad ogni concerto c’è un costante impegno che dura tutto l’anno, ma il risultato finale è sempre soddisfacente e sono contenta di dare il mio contributo”, ci dice Grazia.

Per ricordare l’incontro tra San Francesco e il Sultano avvenuto 800 anni fa, alcune serate della stagione concertistica 2019/2020 propongono un programma originale, con l’organista che gioca con improvvisazioni musicali mentre scorrono le immagini proiettate del film muto “Frate Sole” del 1918.

Si tratta di un’operazione culturale legata al recupero di una modalità espressiva di inizio secolo della cinematografia. Infatti alcuni studiosi sostengono che negli Stati Uniti i primi film muti potevano essere accompagnati, non solo dal pianoforte, ma anche dall’organo. Per la prima volta questo esperimento viene messo in atto anche in Medio Oriente, o meglio in tutte le chiese dei paesi della Terra Santa coinvolti nel progetto. Da settembre a maggio, da Amman a Rodi, dalla Siria al Libano, da Betlemme a Nicosia, si svolgeranno numerosi concerti che i fedeli e gli appassionati potranno ascoltare dai banchi delle chiese della loro città.