davide bianchi servizio civile

Finisce un’avventura e ne comincia un’altra: il racconto di Davide, giovane ex-volontario di Servizio Civile

Giacomo Pizzi6 Marzo 2013

Per un anno impiegato presso il Museo Archeologico, nell’ambito del progetto “Raccontare la Terra Santa”, Davide Bianchi è tornato a Gerusalemme per continuare a mettere a disposizione le sue competenze di archeologo, al servizio dei Luoghi Santi. Ecco il suo racconto, che esprime la gioia di tornare e la voglia di iniziare questa nuova avventura:

“É difficile in poche righe riassumere le meravigliose esperienze e avventure che ho vissuto durante quest’anno. Dai primi timidi momenti tra le sale del Museo, ricche di numerosi reperti da catalogare, all’affascinante avventura delle missioni archeologiche di scavo in Giordania presso la Basilica del Memoriale di Mosè sul Monte Nebo. L’avventura del Servizio Civile mi ha regalato tanti incontri, sorprese e regali. Proprio uno di questi è stata la possibilità di ritornare a Gerusalemme, e più dell’anno passato vorrei scrivere cosa ha rappresentato per me il ritorno qui dopo la meravigliosa esperienza che ho vissuto. La Città Vecchia all’imbrunire, i soliti vicoli odorosi di spezie e brulicanti di pellegrini al ritorno dai Luoghi Santi, ormai prossimi alle celebrazioni pre-pasquali, i volti noti di persone sconosciute. Il portone di legno: casa “Maria Bambina”, le scale di pietra, la porta, la luce accesa… Nando che resta fino alla prossima estate! Il saluto, l’abbraccio! Per un istante il sentore di un tempo lontano. Poco dopo la consapevolezza di stare continuando a rivivere la stessa esperienza, nonostante tutto di essere ancora qui.  Un mese, questo di febbraio, strano: segnato da partenze, da silenzi e da attese. A marzo nuovi volontari che arrivano, e la Pasqua, che qui significa fibrillazione ovunque.

Il primo giorno, quasi infinito, con la visita al Museo fatta a un gruppo di studenti italiani, studenti di archeologia alla Sapienza. Quella gioia tutta mia di rapirli per due ore guidandoli tra le sale piene di anticaglie e dare loro una voce, raccontare della loro provenienza e soffermarmi sulla commozione di una ragazza dopo la spiegazione del Santo Sepolcro: sorridendo, capire di essere riuscito nel mio intento.
É calata la sera, e come un vecchio esploratore ho fatto ritorno a casa. Tra le strade vuote, deserte, di notte la Città Vecchia vive di una calma irreale, tra il misterioso e il mistico. In attesa di essere risvegliata tra poche ore dal canto del suo muezzin, che la prima notte – dopo la pausa italiana – ha svegliato anche me”.