La scuola di Terra Santa di Gerico: dove la bellezza suscita responsabilità

Giacomo Pizzi19 Giugno 2020

Abbiamo fatto visita a padre Mario Hadchiti, preside della Terra Santa School di Gerico. Con lui parliamo di scuola, istruzione e dialogo. L’appello per aiutare le scuole in un momento di crisi.

Fra Mario Hadchiti, francescano di origine libanese, è un metro e novanta di energia e creatività. Parroco di Gerico, dal 2013 dirige una delle più importanti scuole della Custodia di Terra Santa nel territorio palestinese: la Terra Santa School di Gerico. Insieme alla tutela dei luoghi santi e alle opere sociali, le scuole sono un pilastro del carisma francescano. Sono quindici in tutto il territorio in cui opera la Custodia e contano circa 12.000 studenti. La scuola di Gerico è frequentata da 900 allievi: una minoranza di ragazzi cristiani (la popolazione cristiana a Gerico è meno dell’1%) e da tantissimi ragazzi musulmani. Una scuola cristiana dall’asilo al Tawjihi, l’esame finale delle scuole superiori, in cui ragazzi e ragazze studiano insieme in un ambiente sereno e con una formazione di alto livello.

Mentre ci fa accomodare nel suo ufficio, attorno alla scrivania ci sono due professori di fisica e matematica, una cristiana e uno musulmano, un genitore di un allievo e il segretario del governatore. Discutono la situazione di uno studente con alcune difficoltà scolastiche. Per fra Mario la chiave di tutto sono l’ascolto e la collaborazione. Il suo maestro – in questo – è sempre Gesù: “Gesù è nato a Betlemme, ma non ci è più tornato. A Gerico invece passava sempre. A Gerico Gesù ha incontrato l’uomo cieco ed è stato tentato. Ha conosciuto la sofferenza e le problematiche dell’uomo e così cerco di fare anche io”, dichiara padre Mario. La ricetta è semplice: “Ho cercato di mettere in pratica l’insegnamento di Gesù, ho ascoltato la gente e ho chiesto loro ciò di cui avevano bisogno”.

E così sono arrivati i risultati. Abuna Mario è molto amato e rispettato dalla comunità locale: “Ho dato loro ordine, disciplina e bellezza, ricevendo in cambio rispetto. Rispetto verso i cristiani, verso l’abito che porto e rispetto reciproco tra i singoli individui”, ci spiega. “Ho imparato dal mio servizio al monte Tabor l’importanza della bellezza – continua Abuna Mario – perché la bellezza suscita responsabilità. Ho preparato una scuola bella perché i ragazzi sono degni di vivere in un ambiente bello, ma devono imparare a mantenere l’ambiente pulito anche per altri, rispettando il prossimo.”

“Il papà di Ibrahim è venuto per conoscere la situazione scolastica di suo figlio – ci spiega il frate – e per chiedere un aiuto nel pagamento della retta”. Il Terra Santa school, in quanto ente privato, chiede alle famiglie un contributo alle spese scolastiche. Non si tratta di una cifra elevata, ma in questo periodo di grande crisi economica causato dalla pandemia, le famiglie sono in difficoltà. L’agricoltura e il turismo, le due principali attività a Gerico, sono in crisi e di conseguenza è in crisi tutto il sistema: i genitori faticano a pagare la retta e la Custodia, da sola, non riesce a far fronte alle tantissime spese. “Nel mese di maggio ho dovuto dimezzare lo stipendio dei professori, anche se hanno continuato a lavorare facendo lezioni online e preparando i ragazzi per gli esami”, ci dice padre Mario con preoccupazione.

Una preoccupazione espressa anche dal Custode Francesco Patton che nell’appello ai donatori di Pro Terra Sancta sottolinea l’azione fondamentale delle scuole di Terra Santa come “palestre di convivenza”.  Nella scuola di Fra Mario questo è più che mai evidente: “Ho fatto fatica all’inizio – ci confessa – ma sono riuscito, con l’aiuto di Dio, a utilizzare le parole giuste per dialogare con i ragazzi, i genitori e la società di Gerico”.

Stiamo con lui un paio d’ore per scoprire le tante meraviglie della scuola: dai cartelli motivazionali appesi nei corridoi alla scelta di insegnare l’informatica fin dai primi anni di scuola, dai laboratori di arte fino all’insegnamento della lingua ebraica per educare al dialogo e alla pace. “Abbiamo aumentato a tre il numero degli assistenti sociali e sono diminuiti i conflitti”, aggiunge il padre francescano. Queste e moltissime altre sono le idee che fra Mario insieme al suo staff di professori continua a realizzare. E ci saluta con un ultimo appello: “Non possiamo tornare indietro e perdere questa bellezza, perché i ragazzi sono il futuro, abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile”.