Fame Siria

La Siria sta morendo di fame

Veronica Brocca14 Giugno 2022

A 11 anni dallo scoppio della sanguinosa guerra civile, 6 persone su 10 soffrono la fame in Siria e non hanno idea di come e dove procurarsi del cibo.

Secondo il Global Report on Food Crisis, sono più di 12 milioni le persone che vivono in Siria una condizione di insicurezza alimentare. La FAO definisce l’insicurezza alimentare come una mancanza di accesso regolare a una quantità di cibo sicuro e nutriente sufficiente per una crescita e uno sviluppo normali e una vita attiva e sana.

Sulla pelle dei più piccoli

La realtà che si ripete quotidianamente negli ultimi anni in Siria è agghiacciante.

Nei dintorni di Damasco uomini e donne attendono in fila per ore il proprio turno per ricevere qualche pagnotta o una manciata di riso. Molti bambini cercano tra i rifiuti qualcosa di commestibile. Purtroppo, come in ogni guerra e crisi, sono proprio i più piccoli a pagare il prezzo più alto. Quando l’indebitamento diventa insostenibile, il lavoro minorile e il matrimonio precoce rimangono l’ultima, disperata, risorsa per migliaia di famiglie che altrimenti morirebbero di fame.

Secondo uno studio del 15 marzo 2022, in Siria il lavoro minorile è diffuso per l’84%, mentre i matrimoni precoci per il 71%. Ma sono soprattutto i bambini rifugiati siriani a vivere questa tragica situazione. In Giordania, per esempio, più del 40% dei bambini siriani non frequenta la scuola per pensare al sostentamento della famiglia. E, nonostante l’età minima per sposarsi in Giordania sia 18 anni, circa il 36% delle ragazze siriane contrae matrimonio prima di raggiungere l’età adulta.

È triste pensare che prima della guerra civile, la Siria era un paese con un tasso di alfabetizzazione che sfiorava il 100%. Scuole e mense brulicavano di bambini.

Al-Ghassaniyah, Siria

Una diffusa insicurezza alimentare

I prezzi dei generi alimentari sono raddoppiati (e in alcuni casi triplicati) dal 2021 e la guerra in Ucraina sta già facendo sentire i suoi effetti nella regione.  La Repubblica siriana, infatti, ha sempre fatto affidamento alle indispensabili importazioni di grano provenienti dalla Russia. Ma la crisi in Ucraina ha interrotto le importazioni di grano e di carburante. Il governo del dittatore Assad sta razionando in questo momento farina, benzina e zucchero. Si teme inoltre una crisi del riso.

A tutto ciò si deve aggiungere una vertiginosa salutazione della sterlina siriana che ha come conseguenza un’elevatissima inflazione e una sempre maggiore impossibilità per i siriani di permettersi lo stretto necessario per sopravvivere.

Oggi il salario minimo mensile si attesta a 26$ nel settore pubblico. Al mercato si trova un uovo a 15 centesimi, un chilo di carne a 4$ e un chilo di riso a mezzo dollaro. I conti sono presto fatti: con uno stipendio del genere una famiglia con due figli può comprarsi da mangiare per massimo 4 giorni al mese. Non sorprende che il 90% della popolazione vive sotto la soglia di povertà.

Era da oltre un decennio che non si registrava un numero così alto di siriani a rischio di insicurezza alimentare. Si prevede per quest’anno che oltre 12 milioni di persone rischiano di soffrire la fame.  Non solo cibo e carburante, ma anche acqua ed elettricità.

Dunque, la cacciata di Isis dalla Siria non è bastata a risolvere la disperazione degli abitanti. E non basta nemmeno che l’80% del territorio siriano sia tornato sotto il controllo del governo di Bashar-al-Assad.

Le conseguenze di undici anni di guerra e di sanzioni internazionali sono asprissime; una guerra che ancora si combatte, soprattutto nel nord del Paese.   

La risposta di Pro Terra Sancta alla crisi alimentare in Siria

Pro Terra Sancta è presente in Siria dal 2014 con l’apertura dei primi centri di emergenza a Damasco, Aleppo, Latakia, Knaye e Yacoubieh. I progetti di emergenza comprendono la distribuzione di beni di prima necessità, l’assistenza sanitaria, l’educazione nelle scuole e negli asili e il supporto psicologico.

Recentemente l’Associazione ha voluto far fronte alla quasi totale mancanza di elettricità sostenendo l’acquisto e l’implementazione di pannelli solari per fornire costantemente e gratuitamente energia elettrica e acqua calda. Ricordiamo che in Siria il governo permette un massimo di 3 ore di elettricità al giorno. In una Siria che sta morendo di fame, anche l’aiuto più piccolo è fondamentale per poter continuare la nostra presenza al loro fianco. 

Grazie di cuore!