ntiva quanto fosse importante la sua città: “quando vivi a 2 minuti da un luogo così importante a volte non ci pensi!”. Oggi Taline è ritornata nella sua Terra, dove lavora per i francescani della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme ma ogni anno a dicembre ritorna a Betlemme. L’attesa è sempre la stessa: rivivere il Natale come quando era bambina insieme a tutto il mondo.
In questo grande presepe popolare incontriamo anche George del ‘Saint George restaurant and coffee’. “È vero, è un momento molto difficile per tutti noi, ma come posso lamentarmi – spiega mentre serve un profumato caffè arabo – io amo vivere qui, questo posto profuma di Natale”. Oppure Nizar, un altro giovane venditore di presepi, che nel suo negozio vede entrare anche alcuni musulmani che comprano presepi per i loro amici cristiani: “Qui siamo tutti fratelli!”.
Scendendo giù per il paese, incrociamo i tanti ragazzi che escono dal Terra Sancta School, lì incontriamo Naila, una donna che conosce bene la speranza. Ogni giorno come assistente sociale dell’FSSO (servizi sociali francescani), ascolta la voce di tanta gente di Betlemme e trasmette la gioia di vivere, anche grazie all’aiuto fornito da Associazione pro Terra Sancta. “Se non hai speranza, qui non vivi!” dice Naila. “Vista la situazione politica e
sociale ogni giorno non ci aspettiamo qualcosa di buono ma se ci fermassimo solo alle brutte notizie, non riusciremmo più a muoverci. A casa e nel lavoro io cerco di trovare felicità e di sperare in un futuro migliore. Io sono moglie, mamma, sorella, ho la responsabilità di dare speranza ai miei figli e alle persone accanto a me e ricordo loro sempre di ringraziare Dio se vivono felicemente. E la speranza cresce proprio in questo periodo quando posso partecipo alla Novena di Natale. Mi piace andare in chiesa perché sento il Natale. Ma è anche una gioia che si vive in famiglia, il 25 dicembre infatti, come in tutto il mondo, ci riuniamo tutti insieme per un pranzo e ci scambiamo i regali che mettiamo sotto l’albero, accanto al Presepe”.
Naila sta andando alla Società Caritatevole Antoniana, per una festa di Natale per gli anziani. In questo centro d’accoglienza per gli anziani di Betlemme, spesso abbandonati o privi di un’assistenza sanitaria, ci sono Marya e Muna. Mentre la prima scarta il regalo che ha appena ricevuto, una bellissima sciarpa rossa, Marya ripete per tre volte il suo bisogno di «Pace pace pace, noi abbiamo bisogno di pace e libertà”.
Ormai anziana e malata, anche Marya è ospite del centro e grazie alla generosità di molti benefattori, può curarsi. Tra i corridoi della struttura c’è un angelo, è suor Lisi. “A Natale alcuni di loro non potranno assistere alla Messa in Basilica, ma saremo qui mangiando tutti insieme e vivendo questa gioia”, continua suor Lisi, mentre accarezza gli altri malati del centro e porta loro il pranzo del giorno e un piccolo regalo. “Natale per noi è il lieto annuncio d’amore che Dio rivolge ad ogni uomo, con questi gesti d’amore noi cerchiamo di seguire quell’annuncio e di vivere così ogni giorno il Natale proprio qui a Betlemme”.











