CAMPAGNA TERMINATA

Restauriamo insieme gli oggetti del Santo Sepolcro

Studiare la storia dei santuari vuol dire anche capire come gli uomini hanno vissuto il loro rapporto con i luoghi dell’incarnazione e come hanno manifestato rispetto e amore per la terra dove Gesù ha vissuto, è morto e risorto.

Capitelli

I due colossali capitelli marmorei bizantini

Fonte Battesimale

Il Fonte Battesimale a forma di croce

Pavimento del Santo Sepolcro

Sezione del pavimento

I due importanti capitelli monumentali con una semplice ma solenne decorazione floreale del VI secolo.
PRIMO OGGETTO

Capitelli

Solo 4 anni fa gli studiosi sono riusciti a decifrare i monogrammi presenti sui capitelli: sono i monogrammi dell’imperatore bizantino Maurizio (che regnò dal 582 al 602 d.C.), sua moglie Costantina e i figli Tiberio e Teodosio.

Poiché non si conosce alcun importante intervento costruttivo dell’imperatore Maurizio nella Basilica del Santo Sepolcro, si pensa che i capitelli siano stati portati al Santo Sepolcro durante la ricostruzione fatta da Costantino il Monomaco nell’XI secolo, prendendoli da qualche altro edificio distrutto di Gerusalemme, probabilmente una grande basilica dedicata alla Vergine denominata “edificio di Maurizio”, demolito nel 614 d.C. durante la conquista persiana di Gerusalemme. Questa scoperta è importante perché ci fa comprendere come la devozione mariana sia sempre stata importantissima per i cristiani e che addirittura una famiglia imperiale abbia legato il proprio nome a Maria per sempre. Non solo gli imperatori ma anche persone comuni con la loro generosità hanno permesso nei secoli di custodire i Luoghi Santi e conservare le tracce dei fatti avvenuti nel Vangelo.

SECONDO OGGETTO

Fonte Battesimale

Il Santo Sepolcro è una chiesa di una comunità di cristiani viva già dai primi secoli: lo testimonia la presenza del fonte battesimale a forma di croce, tipico del rito dei greci che battezzano con immersione in una vasca; è di pietra di Betlemme, di color rosa intenso. Gli esperti datano questo fonte al VI secolo e la sua presenza e posizione al Sepolcro viene descritta ancora nel XVII secolo come posto vicino all’ingresso del convento francescano; nel XVIII secolo nei documenti il fonte viene descritto come in frantumi e inutilizzato. Oggi è nei depositi della Custodia di Terra Santa. Si presenta con ingenti danni ma è una testimonianza storica importante della vita di una comunità di fedeli che vivevano nel quotidiano il rapporto con il santuario del Santo Sepolcro. Per questo lo vogliamo restaurare.

TERZO OGGETTO

Pavimento del Santo Sepolcro

Un altro elemento che necessita di restauro è una sezione di pavimento del Santo Sepolcro che era stata rimossa alla fine degli anni ‘70 perché sconnessa e pericolosa per i pellegrini e i religiosi durante le funzioni religiose, e sostituita da una copia integra. È un pavimento dell’XI secolo importante per il decoro di una stella che indica il luogo in cui Maria di Magdala è stata chiamata da Gesù risorto.

Oggi il tondo originale con disegno di raggi di stella è in magazzino e deve essere pulito, restaurato e ricomposto. Vogliamo esporlo e spiegarlo ai pellegrini per far capire come anche attraverso la realizzazione del pavimento del santuario si sia voluto far capire ai pellegrini cosa è successo proprio lì. Ogni cosa in questi luoghi ha un significato, anche il disegno di un pavimento racconta la storia della salvezza.

Santo Sepolcro, un viaggio tridimensionale indietro nel tempo

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