Padre Armando scrive alla scuola di musica in Germania

Giacomo Pizzi5 Febbraio 2011

Riportiamo la lettera scritta da padre Armando, direttore della scuola di musica della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme, il Magnificat, ai sostenitori e amici della scuola di musica Grünwald. Le parole di padre Armando sono state lette in occasione del concerto del 23 gennaio scorso.

Cari Amici, Caro Direttore,

Mi chiamo fra Armando Pierucci; sono un frate francescano, come quelli della chiesa di S. Antonio a Munchen. Fino al 1988 insegnavo Organo e Composizione Organistica al Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro, la città sul mare Adriatico, che i cittadini di Munchen considerano la loro spiaggia. P. Ignazio Mancini, allora Custode di Terra Santa, mi disse: “Abbiamo molti  frati  che suonano, ma abbiamo bisogno di un musicista”. “Se sanno suonare”, risposi, “vengo in Terra Santa per due anni: metto tutto a posto  e ritorno in Italia”.

Questo è avvenuto nel 1988: al due ho dovuto aggiungere un altro due dalla parte destra. Infatti nei primi sette anni  non sono  riuscito  a persuadere un frate, un ragazzo a dedicarsi alla musica per assicurare  il servizio  organistico al S. Sepolcro, negli altri santuari e nelle parrocchie di  Terra Santa. Tutti dicevano: “Con la musica qui non si vive”.

Dovevo dimostrare che con la musica qui si può vivere come, fino al 1988, era vissuto Agostino Lama, un Armeno, padre di otto figli: per 60 anni era stato il musicista di Terra Santa. Una scuola avrebbe dimostrato ai giovani e alle loro famiglie che con la musica si può vivere in Medio Oriente; o, almeno, è difficile morirvi di fame. Quindi ho proposto ai Francescani della Custodia di Terra Santa, riuniti nel Capitolo  del  1995, di  aprire una Scuola di Musica. Confesso d’aver fatto questo passo per tacitare la mia coscienza. Ero sicuro di tre cose: i frati avrebbero  votato contro la mia proposta; non avrebbero  trovato dove mettere la Scuola; nessuno si sarebbe iscritto.

Invece i miei confratelli accolsero l’iniziativa all’unanimità; l’architetto P. Alberto Prodomo, ofm, adattò a Scuola le fondamenta del convento di S. Salvatore; e, al primo invito, di  ragazzi ne vennero  35.

Di anno in anno di allievi ne vennero sempre di più. Non abbiamo mai fatto propaganda: è bastato il passaparola dei ragazzi. Ora ci dobbiamo limitare a 250  allievi e abbiamo preparato il progetto per costruire una sede  più grande. Dei 20 insegnanti  che siamo,  6 sono Cristiani. Gli altri dovrebbero essere Israeliti o Musulmani. Ma questa domanda non la facciamo a nessuno, né  agli allievi, né ai professori.

Gli allievi sono per la maggior parte Cristiani delle varie Confessioni. Quando, nel 2009, SS. Benedetto XVI è venuto in Terra Santa, tutti dovevano avere un biglietto per partecipare alla Messa del Papa nella Valle del Cedron, compresi i nostri coristi. Qualcuno disse che il biglietto lo avrebbero avuto soltanto i Cattolici. E’ venuto fuori che i coristi  sapevano di essere Cristiani, ma non sapevano  a quale Confessione appartenessero. Tra gli allievi abbiamo molti Musulmani e degli Ebrei. Alcuni di loro partecipano anche ai servizi liturgici.

La nostra Scuola di Musica è nella Città Vecchia, la parte di Gerusalemme che Saladino circondò di mura. Nella Città Vecchia c’è il S. Sepolcro, la Chiesa della Flagellazione, la Via Dolorosa. Ora nella Città Vecchia non ci sono prati, campi di gioco, luoghi in cui i ragazzi possano svolgere un’attività estra scolastica. Sembra che le mura di Saladino delimitino una prigione. Forse per questa ragione il Magnificat ha avuto un grande sviluppo. Studiar musica, infatti, non comporta distinzioni etniche, religiose, o linguistiche. Al Magnificat si sentono parlare almeno dieci lingue: arabo, ebraico, armeno, russo, greco, inglese, francese, tedesco, italiano, spagnolo.

E poi la Musica ha i suoi doni: la gioia dei suoni, l’amicizia del canto  corale,  l’applauso dei concerti che premia mesi di studio, la libertà di esprimere i sentimenti senza arrossire, la possibilità di dedicare la vita a un’attività artistica, come già fanno tre nostri allievi, ora professori al Magnificat. Diamo molta importanza al canto corale, che unisce armoniosamente le voci. Con i nostri cori nel settembre 2009  siamo stati in Svizzera, dove abbiamo inciso due CD con Canti sacri in lingua araba: uno per il tempo di Natale e uno per il tempo di Pasqua. Sono canti liturgici dei primi secoli cristiani, quando la Chiesa era tutta unita; altri sono stati ripresi dalla memoria degli anziani, o sono del tutto nuovi.

In questo modo, con lo studio della musica e con la riscoperta del repertorio corale,   noi pratichiamo una forma di musico terapia: cantare e suonare insieme contribuisce a sedare i traumi provocati dalle animosità razziali, dai 150 km di muro, dalle estenuanti attese ai controlli militari. Riscoprire il repertorio artistico, liturgico e musicale mostra chiaramente, soprattutto ai Cristiani, che abbiamo le stesse radici in terra, come un medesimo Padre in Cielo.

Io sono molto grato alla Vostra scuola di Musica e alla meravigliosa iniziativa di  questa sera: del Vostro concerto a sostegno del Magnificat; e con me Ve ne sono grati  i Francescani  che custodiscono i Luoghi  Santi, tutti  gli allievi e i professori  della nostra Scuola di Musica di  Gerusalemme. La nostra Scuola si chiama “Magnificat”, perchè c’ispiriamo all’abbraccio che le due Madri, Elisabetta e Maria SS.ma, una giudea e l’altra galiela, si scambiarono  a Ain Karem, vicino a Gerusalemme. Quella volta Maria SS.ma intonò il Magnificat.

Il Vostro abbraccio, cari musicisti e ascoltatori qui presenti, continua l’abbraccio delle due Madri: Voi, Tedeschi,  circondate con il Vostro amore noi  che viviamo a Gerusalemme, ma veniamo da tanti Paesi del mondo. Un giorno canteremo insieme: “L’anima mia magnifica il Signore”.

Grazie.

Vs. Aff.mo fr. Armando Pierucci