

Siria/Aleppo – Un nome e un futuro
Siria
CONTESTO & OBIETTIVO
contesto e obiettivi
Nel dicembre 2016, le truppe governative siriane hanno recuperato il possesso della parte Est di Aleppo, per due anni attraversata dalla linea di fuoco. La città è stata ridotta ad un cumulo di macerie, e Aleppo Est resta ancora oggi il più gramo teatro della riconquista.
Pro Terra Sancta è impegnata proprio ad Aleppo Est nel sostegno al progetto ‘Un nome e un futuro’. All’interno di esso, sono offerte cura e protezione a tutti i bambini orfani ed abbandonati, soprattutto là dove questi piccoli siano nati da episodi di violenza sessuale, frequenti durante la guerra. È comune, infatti, il disprezzo per queste bambine e per questi bambini, oltre che per le loro madri, considerate portatrici di peccato. Ai neonati è persino sbarrato l’accesso all’anagrafe.
Il progetto ‘Un nome e un futuro’ è nato grazie agli sforzi congiunti del vicario apostolico di Aleppo mons. George Abou Khazen, del padre francescano Firas Lufti e del Muftì aleppino Mahmoud Akam ed è giunto, nel 2020, ad assistere 1200 bambini e 600 donne. I piccoli sono soggetti di cure medico-psicologiche d’urgenza e godono di adeguati spazi di crescita; le madri sono invece avviate ad una professione, perché possano guadagnare un’indipendenza morale e materiale.
Pro Terra Sancta è impegnata proprio ad Aleppo Est nel sostegno al progetto ‘Un nome e un futuro’. All’interno di esso, sono offerte cura e protezione a tutti i bambini orfani ed abbandonati, soprattutto là dove questi piccoli siano nati da episodi di violenza sessuale, frequenti durante la guerra. È comune, infatti, il disprezzo per queste bambine e per questi bambini, oltre che per le loro madri, considerate portatrici di peccato. Ai neonati è persino sbarrato l’accesso all’anagrafe.
Il progetto ‘Un nome e un futuro’ è nato grazie agli sforzi congiunti del vicario apostolico di Aleppo mons. George Abou Khazen, del padre francescano Firas Lufti e del Muftì aleppino Mahmoud Akam ed è giunto, nel 2020, ad assistere 1200 bambini e 600 donne. I piccoli sono soggetti di cure medico-psicologiche d’urgenza e godono di adeguati spazi di crescita; le madri sono invece avviate ad una professione, perché possano guadagnare un’indipendenza morale e materiale.

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