Un storia di impegno e solidarietà: intervista a Shahd Souri, direttrice dello Spafford Children’s Center di Gerusalemme

Lucia Borgato26 Aprile 2024

“In questo paese non si può pensare di separare il bambino dagli eventi politici, perché ne sono costantemente esposti, banalmente in casa alla TV. Hanno bisogno di aiuto e di un aiuto immediato.”

Con queste parole Shahd Souri, direttrice dello Spafford Children’s Center di Gerusalemme, racconta le conseguenze che la guerra, iniziata il 7 Ottobre scorso, ha avuto sui bambini. L’energia di Shahd è coinvolgente e mentre racconta della realtà del centro, traspare molta grinta e passione per il suo lavoro.

Spafford Children’s Center: missione

Nel cuore della città vecchia di Gerusalemme si trova il Centro Spafford, un’istituzione che ha radici profonde nella comunità e nella storia della città. Fu fondato nel 1881 dalla famiglia americana Spafford, giunta pellegrina a Gerusalemme, in risposta al bisogno urgente di assistenza sanitaria per la popolazione locale. Il centro, nato inizialmente come orfanatrofio, venne poi trasformato in ospedale. Dopo il 1967 il centro venne mantenuto dalla famiglia Spafford come opera umanitaria dedicata a servire la comunità di Gerusalemme.

” La missione del centro – spiega Shahd – è offrire aiuto alle persone bisognose e fornire loro un servizio a prescindere dalla loro religione, cultura, etnia o da qualsiasi tipo di background sociale esse abbiano.”

Spafford Children’s Center: attività

All’interno del centro si svolgono diverse attività.

“Lo Spafford Children’s Center offre un approccio multidisciplinare che consiste in un programma di insegnamento correttivo, educazione speciale per i bambini che hanno difficoltà nell’apprendimento e sessioni di logopedia, terapia occupazionale, musicoterapia e dramma terapia. Inoltre, promuoviamo anche programmi per l’emancipazione delle donne e dei giovani, abbiamo diversi tipi di attività culturali e ricreative per bambini e adulti e proponiamo un campo estivo per bambini e genitori durante le vacanze.”

Gerusalemme: sfide quotidiane

Tuttavia, il centro non è immune alle difficoltà che affronta la comunità in cui opera. Le tensioni politiche e le chiusure dei checkpoint che controllano gli accessi a Gerusalemme, impediscono ai bambini e alle loro famiglie di accedere ai servizi del centro.

“Conoscete la situazione di tensione e instabilità che spesso si intensifica a Gerusalemme – riflette Shahd – nei momenti di tensione, i checkpoint vengono chiusi per motivi di sicurezza, impedendo ai bambini di raggiungere il centro in tempo per le loro sessioni terapeutiche. Le mamme stesse a volte sono titubanti nel mandare i loro figli a seguire le sedute, a causa dei disordini. La chiusura della città rappresenta un grosso problema perché nel nostro centro riceviamo molti bambini provenienti dall’area C della West Bank, che si vedono negato il diritto alle terapie.”

Ai disagi causati dalla situazione di instabilità presente a Gerusalemme, si sommano le difficoltà dettate dalla povertà.

“Molte persone in città vecchia vivono sotto la soglia di povertà e non possono permettersi nemmeno di pagare una piccola cifra al momento dell’iscrizione. Pertanto come centro cerchiamo di offrire i nostri servizi in maniera gratuita a tutte quelle famiglie che non possono permetterseli.”

Nonostante le sfide imposte dalle difficoltà quotidiane che vive la popolazione di Gerusalemme, il Centro Spafford cerca in ogni modo di continuare a fornire i suoi servizi di assistenza ai suoi beneficiari.

“Abbiamo deciso di effettuare alcuni cambiamenti nelle sessioni di terapia e in alcuni casi abbiamo deciso di rinviare il semestre per poter permettere a tutti di partecipare. Per non lasciare soli i nostri beneficiari a volte conduciamo sessioni di consulenza online con i genitori, come avvenne durante la pandemia. Abbiamo anche attivato una linea telefonica diretta dopo gli eventi del 7 Ottobre.”

Un’impegno che produce risultati

Il lavoro che il centro svolge è fondamentale per il sostegno alla comunità locale. Sono tante le storie positive di famiglie che hanno chiesto un aiuto e ne hanno beneficiato.

“Abbiamo milioni di storie di successo che potrei citare – prosegue Shahd –  in particolare mi viene in mente la storia di una famiglia che abbiamo ricevuto. Composta da dieci figli, vivono sotto la soglia di povertà, condividendo una casa formata da due stanze, senza spazio per i bambini per giocare. La madre stessa è esposta a violenza domestica da parte del marito e non può offrire ai suoi figli la sicurezza che vorrebbe. Così si è rivolta a noi per cercare aiuto. Tre dei suoi figli non riescono a concentrarsi a scuola, sono rimasti indietro rispetto ai loro coetanei. Quando sono a casa sono spesso isolati nelle loro stanze, non riescono a parlare e durante la notte faticano a dormire. Abbiamo notato subito che hanno subito un grave trauma dovuto alla violenza esercitata all’interno del contesto familiare. Così, dopo aver ricevuto due semestri di sessioni di dramma terapia e di consulenza psicologica con l’assistente sociale, i bambini possono finalmente esprimere ciò che provano, integrarsi con i compagni di scuola e sorridere. E’ sempre bello vedere il sorriso dei bambini che racconta di un loro miglioramento. Ricordiamo che non lavoriamo solo con i minori, ma anche con i genitori, cercando di istruirli su come la violenza domestica influisca non solo su loro stessi, ma anche sui loro figli”.

Pro Terra Sancta per Spafford Children’s Center

Shahd è molto grata al sostegno che Pro Terra Sancta ha fornito a questa realtà.

“Il vostro impegno ha fatto la differenza per molti bambini e famiglie che abbiamo sostenuto – afferma con gratitudine – siamo orgogliosi di lavorare con voi e speriamo di continuare questa collaborazione nel lungo termine, se Dio vuole!”