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Aggiornamenti dalla Siria: “Torniamo a casa, ma non è ancora finita!”

Giacomo Pizzi31 Luglio 2017

“Abbiamo sentito che la Chiesa assiste, aiuta, incoraggia e quindi è pronta anche a intervenire nella ricostruzione di una casa danneggiata, a dare una mano a un padre di famiglia a trovare un lavoro o a coprire alcune spese. Oppure ancora, a donare un pacco alimentare di prima necessità …” A parlare sono alcuni dei cristiani di Aleppo, Siria, che negli ultimi mesi, più di sei da quando ci era giunta notizia del fatto che la città era finalmente libera, hanno deciso di tornare a casa.

“Dall’inizio di quest’anno a oggi sono 18 le famiglie che sono tornate”, ci dice fra Ibrahim Alsabagh, il parroco della chiesa francescana di Aleppo, “e abbiamo notizia di alcuni altri che pensano di rientrare a breve”. Questo, per la comunità locale stremata dalle difficoltà, è veramente un segno di speranza grande. Ed è un segno incoraggiante per i francescani, la cui immancabile presenza a fianco della popolazione durante questi anni di guerra in Siria, è stata ed è fondamentale. “Ci incoraggia ad andare avanti e ad alzare ulteriormente il livello dell’accoglienza” commenta ancora fra Ibrahim, perché ce n’è ancora veramente tanto bisogno.

Infatti, nonostante la città sia stata effettivamente liberata da un pezzo e alcune attività abbiano ripreso a funzionare, la paura è ancora grande ad Aleppo, l’acqua e l’elettricità mancano a intermittenza e il carovita aumenta ancora. Il parroco francescano è molto preoccupato: “nei giorni scorsi, ci sono stati tantissimi bombardamenti nella parte della Città Nuova di Aleppo e molti civili sono rimasti uccisi dai missili lanciati da gruppi armati fuori dalla città che hanno continuato a bombardare anche durante la notte. Noi sentiamo i rumori e vediamo gli effetti; molte volte dicono che è l’Is, altre dicono che ci sono ancora altri gruppi all’esterno, ma non si capisce nulla. La gente si guarda attorno e dice: ‘Ma, è finita o non è finita? Ci sarà un’altra possibilità per una vita nuova?’”.

La Siria è sempre più “un Paese ferito – dice ancora il frate – un Paese distrutto, un Paese paralizzato economicamente che incomincia a essere un mercato completamente dipendente dai mercati esteri… La gente cerca di immaginare un futuro che però, dal punto di vista umano, non si vede”.

Per questo motivo Associazione pro Terra Sancta rimane a fianco e a supporto dei francescani in questo interminabile calvario. Per questo è importante continuare a sostenere la popolazione di Aleppo e di tutta la Siria.

Non lasciamoli soli!