Siria: Il miracolo di Pasqua nella provincia di Idlib

Giacomo Pizzi17 Aprile 2020

“Se il virus ci raggiunge qui, non potremmo fare nulla, sarebbe una tragedia immane. Grazie a Dio qui non abbiamo avuto casi e questa Pasqua abbiamo potuto celebrare insieme, con le dovute precauzioni, ma tutti insieme; e questo è un miracolo”. Inizia così la nostra chiamata con fra Hanna Jallouf, uno geli ultimi due religiosi cristiani – insieme a fra Luoay – rimasti a Knaye e Yacoubieh, due villaggi della tormentata provincia di Idlib nel nord della Siria. Noi chiusi in casa, loro chiusi da dieci lunghi anni dalla stretta militare intorno a quella che è l’ultima roccaforte jihadista.

“Veramente – ripete – è stato un miracolo per noi celebrare la Pasqua insieme, come non accadeva da molto tempo in quello che è il punto più buio del mondo”. Fra Hanna si riferisce ai violenti combattimenti tra l’esercito di Damasco e russo contro i jihadisti di Tahrir al Sham, che negli ultimi mesi hanno devastato la provincia di Idlib e costretto più di un milione di persone alla fuga, nella neve, senza riparo e senza la possibilità di ricevere aiuti di alcun tipo.

Da inizio marzo però è in corso una tregua che sembra reggere “per il momento” sottolinea fra Hanna, ma almeno ha permesso di festeggiare la Pasqua. Così mentre in tutto il mondo si è costretti a stare a casa, per il momento il flagello Covid-19 sembra aver risparmiato la provincia. Se si aggiungesse anche questo alla tragedia in corso, sarebbe la fine.

“Qui infatti – continua fra Hanna – gli ospedali sono mezzi distrutti, manca tutto perfino l’acqua e il poco che si può acquistare costa troppo. Inoltre già da anni noi non possiamo seppellire decentemente i nostri morti perché manca il legno per fare le bare e anche se ci fosse il legno manca chi potrebbe farle… Siamo costretti ad avvolgere le salme dentro teloni di plastica prima di interrarli, ma con il virus, sarebbe un disastro!”.

Padre Hanna però si dice rinnovato da questo miracolo pasquale e ci racconta anche che nel loro piccolo, con l’aiuto di Associazione pro Terra Sancta, possono continuare a sostenere le 250 famiglie tramite la distribuzione di acqua, generi di prima necessità e aiuti di altro tipo. “Siamo davvero grati – conclude – per l’aiuto che ci continuate a dare, nonostante anche voi ora siate nell’emergenza. Preghiamo ogni giorno per voi, rinnovati da questa speranza nuova della risurrezione”.

Se il virus arrivasse qui, sarebbe un disastro. Gli ospedali sono mezzi distrutti e non ci sono medici.

“Qui infatti – continua fra Hanna – gli ospedali sono mezzi distrutti, manca tutto perfino l’acqua e il poco che si può acquistare costa troppo. Inoltre già da anni noi non possiamo seppellire decentemente i nostri morti perché manca il legno per fare le bare e anche se ci fosse il legno manca chi potrebbe farle… Siamo costretti ad avvolgere le salme dentro teloni di plastica prima di interrarli, ma con il virus, sarebbe un disastro!”.

Padre Hanna però si dice rinnovato da questo miracolo pasquale e ci racconta anche che nel loro piccolo, con l’aiuto di Associazione pro Terra Sancta, possono continuare a sostenere le 250 famiglie tramite la distribuzione di acqua, generi di prima necessità e aiuti di altro tipo. “Siamo davvero grati – conclude – per l’aiuto che ci continuate a dare, nonostante anche voi ora siate nell’emergenza. Preghiamo ogni giorno per voi, rinnovati da questa speranza nuova della risurrezione”.