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Terremoto in Siria: il punto sulla ricostruzione

Veronica Brocca9 Giugno 2023

Le conseguenze delle forti scosse di terremoto di magnitudo 7.8 che quattro mesi fa ha colpito Turchia e Siria sono devastanti. Ad oggi si contano oltre 59.000 vittime, più di 121.000 persone rimaste ferite e almeno 5 milioni di sfollati. In Siria, sono centinaia gli edifici fatiscenti sbriciolati sulle macerie di quelle della guerra civile. Molti dei territori colpiti, infatti, si trovano nel nord del paese, dove le forze ribelli contro il regime di Bashar al-Assad controllano ancora diverse zone. «Queste sono le macerie di una casa crollata a causa della guerra civile. Lo so perché è cresciuto il muschio tra le pietre e il vetro», ci dice ad Aleppo Est un signore superstite del terremoto che abbiamo incontrato per la ricostruzione della sua casa.

Macerie Aleppo Est
Macerie ad Aleppo Est

La risposta immediata

I nostri colleghi sul campo e i frati francescani con cui collaboriamo in Siria da ormai più di dieci anni sono stati in prima linea nella fase iniziale di risposta all’emergenza terremoto.

Della prima fase abbiamo raccontato molto nei mesi scorsi; gli aiuti si sono concentrati soprattutto nelle città siriane dove siamo presenti con i nostri centri operativi e con le parrocchie dei frati. La prima emergenza è stata quella di accogliere le migliaia di persone sfollate che si sono riversate per le strade nel cuore della notte del 6 febbraio.

In un momento di forte crisi, il supporto ricevuto è stato fondamentale per mostrare solidarietà e offrire un sostegno concreto alle tante persone che hanno perso tutto.

Nei due mesi successivi al terremoto sono state più di 5000 le persone aiutate grazie alla collaborazione tra Pro Terra Sancta e i Frati Francescani, che hanno distribuito generi alimentari e non utilizzando gli spazi de nostri uffici, dei centri di accoglienza, dei conventi, di chiese e moschee. Più precisamente, nei mesi di febbraio e marzo sono stati distribuiti 2.350 coperte e vestiti a famiglie e anziani e nella mensa di Aleppo 1.200 persone hanno ricevuto un pasto caldo ogni giorno.

La mensa di Aleppo
Anziani Siria

La Fase due

«Nella seconda fase, che possiamo dire essere iniziata a metà aprile, abbiamo iniziato una vera e propria valutazione di tutte le case gravemente distrutte o danneggiate nella periferia di Latakia, ad Aleppo centro e Aleppo Est e poi nei villaggi dell’area di Idlib» racconta Giacomo Gentile, responsabile dei progetti Pro Terra Sancta in Siria.

I lavori di valutazione sono stati eseguiti da un team di ingegneri italiani e siriani che dai primi giorni di marzo hanno lavorato nelle città di Aleppo e Latakia dove Pro Terra Sancta realizza i suoi principali progetti. Dopo aver verificato l’agibilità di oltre 300 di abitazioni, l’Associazione ha iniziato a studiare la fase di ricostruzione, in collaborazione con le autorità locali. Ad oggi Pro Terra Sancta e i frati partecipano alla task force governativa denominata “Syrian Trust for Development”, una commissione che riunisce tutte le municipalità per la valutazione della ricostruzione degli edifici, e al “Middle East Council of Churches”, una commissione riconosciuta dal Governo e composta dai rappresentanti delle Chiese cristiane.

Dopo una prima valutazione dei danni abbiamo riscontrato che nel villaggio di Knaye il 70% delle case è danneggiato con danni medio-gravi, nel villaggio di Yacoubieh il 30% delle case è completamente distrutto e infine nel villaggio di Jdaideh il 40% delle case è stato pesantemente danneggiato.

L’impegno di Pro Terra Sancta per la ricostruzione

Pro Terra Sancta ha iniziato i lavori di riabilitazione di 10 case compreso il Terra Sancta College ad Aleppo Ovest, di 130 case tra Aleppo Est e Aleppo-Azizieh, e 105 case a Lattakia. Inoltre, nell’area di Idlib, nei villaggi di Knaye, Yacoubieh, Gassanieh, l’Autorità locale ha affidato ai frati latini il compito e la responsabilità di effettuare la valutazione dei danni verificatisi nelle case di tutte le comunità cristiane della zona (latini e tutte le altre congregazioni cristiane). È poi stata fatta anche una valutazione di circa 25/30 case di famiglie musulmane particolarmente bisognose, provenienti soprattutto dal villaggio di Malen.

Le case selezionate sono state suddivise in tre categorie per organizzare meglio i tempi e i fondi. Pro Terra Sancta si è presa carico di riparare almeno 150 case nel corso del 2023.

«I lavori in questi ultimi due mesi sono iniziati in circa cinquanta case coinvolgendo alcune compagnie di ingegneri locali. Inoltre, il nostro intento è anche quello di cercare di arrivare ad aiutare 4.000 tra adulti e bambini attraverso attività di supporto psicologico» conclude Giacomo. Infine, nonostante il terremoto abbia danneggiato anche alcune nostre strutture operative, abbiamo potenziato le nostre attività di supporto psicologico, soprattutto per i più piccoli, che questo terremoto ha ulteriormente sconvolto.