Una casa per Aleppo

Giacomo Pizzi20 Ottobre 2017

“Questa casa nuova è una carezza di Dio alla mia vita”. La signora Mayada, settant’anni, lo ripete in continuazione. Lo dice quando ci accoglie, stringendo la nostra mano con entrambe le mani, e inchinandosi leggermente; lo ripete mentre ci conduce sul suo balconcino bianco, nuovo di zecca, per mostrarci i cumuli di macerie e detriti tutt’intorno e ai lati dello stradone sotto il suo appartamento: quello era il confine tra Aleppo ovest, occupata dai governativi, e Aleppo Est, la zona rossa controllata dai ribelli e da Al-Nusra.

“Le bombe in quei giorni cadevano come grandine… e lì, proprio lì, si nascondevano i cecchini dell’Isis”, continua indicando i resti di altri balconi e i buchi dove un tempo c’erano porte e finestre: “erano loro i nostri vicini”. Quindi, la decisione di rifugiarsi da alcuni parenti che vivevano nella parte ovest della città, prima di venire sommersa – anche lei – dalle macerie.

Poi, a dicembre, la città è stata liberata e si è iniziato a parlare di ricostruzione, di rinascita. Grazie agli aiuti dei francescani, con il supporto di Associazione pro Terra Sancta, si è iniziato a ricostruire qualche appartamento, dove possibile. La casa di Mayada è stata una delle prime ad essere restaurate. E mentre lo spettro della guerra è ancora diffuso tutto intorno, il suo appartamento bianco nell’oceano di macerie è veramente una “carezza di Dio”, in mezzo a tanti dati preoccupanti sulla città.

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Su quattro milioni di abitanti ad Aleppo, tre hanno lasciato la città durante il conflitto e solo ora hanno iniziato a tornare a singhiozzi, e a rimanere sono stati soprattutto le donne, gli anziani e i bambini.

Moltissimi uomini o hanno perso la vita nei combattimenti, oppure combattono ancora nelle file dell’esercito di Assad. Come Hussam, il figlio di Mayada, che combatte ancora. Inoltre, 85% è l’indice di disoccupazione e il 95% delle famiglie vive sotto la soglia di povertà, in molti ancora senza una casa.

Qui i francescani aiutati da Associazione pro Terra Sancta e dai numerosi amici e sostenitori hanno già fatto molto. Eppure, delle 900 richieste di aiuto per la ricostruzione di appartamenti e case, solo il 10% è stato evaso attraverso l’azione dei frati e con il supporto di vari amici e sostenitori.La ricostruzione di un appartamento è di 3.000 euro, e ci si rende conto subito di quanto deve essere fatto ancora.

Per questo, insieme a Mayada, sua figlia e alla comunità raccolta intorno ai frati della Custodia di Terra Santa, vi chiediamo con forza di aderire alla campagna “Una casa per Aleppo”, per contribuire con un’offerta anche piccola, alla ricostruzione delle case, per portare una piccola “carezza di speranza” alle famiglie di Aleppo.

DONA UNA CASA PER ALEPPO!