Betlemme in madreperla

Giacomo Pizzi8 Maggio 2010

Festa a Betlemme per la conclusione della seconda edizione del corso di aggiornamento e perfezionamento della lavorazione della madreperla: grazie al progetto “Betlemme in madreperla” promosso dalla Custodia di Terra Santa, nove artigiani locali hanno avuto la possibilità di migliorare le proprie abilità tecniche e artistiche in uno dei settori artigianali più antichi dei territori palestinesi.

L’iniziativa, realizzata grazie alla collaborazione tra ATS- Pro Terra Sancta e Confcooperative Foggia con il contributo della Regione Puglia, ha previsto l’acquisto di attrezzature per la lavorazione della madreperla, l’allestimento di un laboratorio e un corso di formazione a due livelli. “Le lezioni erano rivolte da un lato al perfezionamento di quegli artigiani che avevano già partecipato all’edizione precedente”, ha spiegato Carla Benelli, coordinatrice locale delle attività progettuali ATS- Pro Terra Sancta in occasione della cerimonia di consegna dei diplomi, “dall’altro a principianti”. La formazione sulla lavorazione della madreperla a Betlemme sarebbe, infatti, fondamentale: “In passato sono stati creati veri e propri capolavori, ma oggi purtroppo molte tecniche sono andate perse”, ha precisato la coordinatrice.

Le difficili condizioni politiche dell’area palestinese hanno, infatti, impedito il necessario sostegno in aggiornamento, commercializzazione e credito. Negli ultimi anni la condizione di tutti gli artigiani di Betlemme si è aggravata, in quanto il difficile momento politico, i coprifuochi, le limitazioni ai movimenti impediscono di svolgere una normale attività commerciale e il flusso di visitatori si è gradualmente ridotto fino all’esaurimento. Gli artigiani di Betlemme, nei loro atelier in attesa di poter produrre e vendere, necessitano di un sostegno economico, ma anche di un perfezionamento professionale per recuperare un’antica tradizione evitando che la professionalità conservata nei secoli vada perduta. In crisi, particolarmente, la lavorazione della madreperla, artigianato introdotto alla fine del XVI secolo e da sempre sostenuto dalla Custodia di Terra Santa.

Dal 2003 in poi, la formazione a tale proposito costituisce un’attività prioritaria dei Francescani, con l’obiettivo di rilanciare il settore in modo che possa costituire una voce dinamica e potenzialmente ricca dell’economia palestinese. Solo aumentando il livello di specializzazione sarà possibile raggiungere un salto qualitativo delle produzioni. Offrendo un’alternativa, insomma, alla già esistente produzione, troppo carica di simbologie scontate e decorazioni di marcata matrice orientale. “L’artigianato qui in Terra Santa è tradizionalmente legato ai cristiani e ai Francescani”, ha commentato a tale proposito Pierbattista Pizzaballa, il Custode di Terra Santa, ” e furono proprio loro a incominciare questa attività e a svilupparla lungo i secoli”. Attività che la Custodia cerca di rivitalizzare appunto tramite iniziative come quella appena conclusasi. “Obiettivo è creare una scuola per la lavorazione della madreperla in modo da creare, successivamente, piccoli atelier per la realizzazione di oggetti di qualità più significativi di quelli attualmente prodotti dall’artigianato locale.”

Il corso, tenuto dall’esperto Salvatore Giannottu, ha introdotto la tecnica di incisione a bulino, che permette di disegnare sulla madreperla, e si è concentrato sulla costruzione dell’oggetto. “L’accostamento di colori e l’incisione permettono di creare prospettiva”, ha spiegato Pariseddu, che ha seguito gli allievi nella realizzazione di un pannello con nove tessere con impiego di varie tecniche, donato in occasione della cerimonia al Custode di Terra Santa.