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Gerusalemme: un asilo accogliente per i bambini meno fortunati

Giacomo Pizzi4 Marzo 2019

Lungo la celebre via dello shopping pedonale del complesso di Mamilla Mall, tra negozi di lusso e gioiellerie, si staglia la facciata di un’imponente chiesa in stile neoromanico che fa parte dell’ospizio delle Figlie della Carità dell’ordine di San Vincenzo de Paoli costruito nel 1885 per curare i malati di lebbra. In realtà fin dai primi anni, la struttura non solo ospita gli ammalati, ma chiunque abbia bisogno di trovare una casa e un aiuto.

La missione delle suore da allora non è cambiata, le cinque sorelle che vivono a Gerusalemme si dedicano con passione e devozione alle fasce più deboli della popolazioni: bambini, anziani e disabili. Gestiscono un asilo con circa 200 bambini dai primi mesi di vita fino all’età prescolare di otto nazionalità diverse: la maggior parte sono arabi provenienti di famiglie cristiane e musulmane, ma ci sono anche figli di internazionali, di genitori filippini venuti in Israele in cerca di lavoro, e bambini figli di migranti, etiopi ed eritrei, nati in Israele da genitori fuggiti dai loro Paesi d’origine, per sfuggire alla guerra civile e alla dittatura. Proprio questi ultimi hanno bisogno di maggior cure e attenzione poiché provengono da famiglie in gravi difficoltà economiche. Per via del loro particolare status, i genitori hanno grandi difficoltà a trovare lavoro, e nel caso in cui accada si tratta spesso di lavori umili, saltuari e mal pagati. “Cerchiamo di venire incontro a queste famiglie facendo pagare una retta ridotta, oppure chiediamo aiuto alla municipalità o altri benefattori” ci dice Suor Simone direttrice dell’intero complesso. Ci racconta una delle tante richieste di aiuto a cui deve far fronte quotidianamente: una giovane mamma eritrea giunta da lei in lacrime chiedendo di essere aiutata, abbandonata dal marito, si era ritrovata da sola con una bambina di 3 anni e in cinta di un altro figlio. “Abbiamo accolto la figlia e accoglieremo il neonato per permettere alla madre di poter lavorare e mantenere la famiglia e, fino a quando la situazione non si sarà stabilizzata, dovrà pagare solamente una quota minima.”

Arabo, ebraico, inglese; nell’asilo vengono insegnate e parlate moltissime lingue, si tratta di un ambiente multiculturale che, per venire incontro alle diverse necessità offre un servizio sette giorni su sette, alternando i giorni di riposo: venerdì per i musulmani, sabato per gli ebrei, domenica per i cristiani restando aperto dalle sette del mattino alle cinque di pomeriggio per poter agevolare i genitori lavoratori. “Vediamo tante situazioni difficili: famiglie con problemi economici, madri sole, genitori divorziati che non possono stare a casa con la famiglia perché costretti a fare due o tre lavori contemporaneamente. Noi accogliamo tutti e cerchiamo di offrire loro il meglio con ciò che abbiamo. Tanti bambini hanno bisogno di vestiti e di essere lavati e nutriti con pasti sani e sostanziosi e noi ci prediamo cura di loro”.

Associazione pro Terra Sancta supporta l’attività delle Figlie della Carità e questo loro asilo unico nel suo genere a pochi passi dalla Città Vecchia di Gerusalemme che accoglie gli ultimi e i meno fortunati mettendo in pratica gli insegnamenti di carità di San Vincenzo de Pauli, considerato il più importante riformatore della carità nella Chiesa Cattolica.

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