Saperi, sapori e… saponi! Le donne di Terra Santa e i tesori custoditi per generazioni

Giacomo Pizzi8 Marzo 2019

Saperi, sapori e… saponi! con queste tre parole potremmo simbolicamente riassumere i tanti progetti di ATS pro Terra Sancta che coinvolgono strettamente il mondo femminile palestinese; saperi perché tutte le azioni dell’associazione si sviluppano a partire da una profonda ricerca e attenzione delle tradizioni palestinesi: ricerca e condivisione di saperi, per svilupparne di nuovi creando opportunità e sviluppo. L’attenzione e la conservazione del patrimonio artistico, culturale e sociale locale sono il principale motore di tantissime attività che l’ONG porta avanti da tanti anni. La collaborazione con il Mosaic Centre di Gerico, è nata proprio con questo scopo: creare nuove opportunità di lavoro salvaguardano un’arte che in queste terre ha radici antiche: il mosaico. Uomini e donne palestinesi, senza distinzione di genere, religione o appartenenza, hanno imparato tutti insieme le tecniche di restauro di mosaici antichi ed a crearne di nuovi. Un’arte che richiede abilità, pazienza e precisione.

La stessa cura e attenzione che è richiesta anche alle donne che lavorano nel laboratorio di ceramica di Nisf Jubeil. In questo villaggio vicino a Sebastia, in Samaria, quattro signore senza studi artistici specifici, ma una grande passione per l’arte, hanno avviato una bottega per la produzione di manufatti in ceramica. Ogni giorno creano e decorano piatti, ciotole, ed altri manufatti prendendo spunto dalla tradizione (molti disegni e figure si ispirano ai ritrovamenti archeologici rinvenuti nel sito di Sebastia), ma anche lasciando spazio alla loro fantasia; pur essendo tutte donne musulmane hanno ricreato presepi e decorazioni natalizie da vendere nei tanti mercatini presenti sul territorio a la dimostrazione di come, attraverso la bellezza, si possano superare molte differenze. Per molte di loro si tratta di una grande opportunità, un momento di riscatto dalle tante difficoltà della vita. Così è stato per Ruwaida: dopo un burrascoso divorzio con il marito, è tornata dalla Giordania senza poter portare tutti i suoi figli con sé, ma soltanto la più piccola Lujain, trovare uno scopo e un’indipendenza tramite la pittura le ha dato una nuova forza.

L’unione delle competenze tra donne è una forte risposta alle discriminazioni di genere e gli ostacoli che le donne palestinesi devono affrontare in una situazione politico-sociale molto complessa. A Betlemme, le mamme del Saint Josef School frequentano un programma settimanale, voluto fortemente dalle assistente sociali, Naila e Gloria Nasser, in cui ogni mercoledì mattina assistono a lezioni di diverse tematiche psicologia, sociologia, educazione dei figli, economia e molto altro. Un corso tutto al femminile dove mamme e donne si possono confrontare tra loro, imparando nuove materie utili per sé e per la loro vita familiare.

Anche Shorouq Society for Women, un’associazione femminile di Betania, ha messo insieme le conoscenze di una ventina di donne per avviare un’attività. Cuciono e ricamano vestiti tradizionali, gestiscono una mensa di cibo fresco per i bambini delle scuole e hanno una produzione di saponi. Ed ecco i sapori e i saponi: la cucina palestinese e gli usi dell’olio d’oliva sono il vero tesoro di questo popolo, un tesoro prezioso riposto nelle mani delle donne che lo tramandano di generazione in generazione. Un’eredità di cui si parla sin dai Vangeli (sono Marta e Maria, sorelle di Lazaro di Betania, a cucinare la cena a Gesù ed è Maria, con un gesto premonitore, ad ungere i capelli di Cristo con l’olio di Nardo) e che ancora oggi rende Betania e le sue donne fiere della loro tradizione.

I saponi prodotti dalle donne di Sebastia e Betania con ingredienti e profumi naturali, i pranzi serviti nelle Mosaic Guest-house, rigorosamente cucinati con prodotti locali, le marmellate e la frutta secca della mamma di Rami, diventate ormai un marchio di qualità, sono il modo con cui ATS pro Terra Sancta vuole far conoscere ai tanti turisti e pellegrini la cultura e la bellezza di questi luoghi, creando un sviluppo economico sostenibile ed etico per la popolazione locale e per le donne in particolare.

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