La Siria dopo il 7 Ottobre, una crisi senza fine

Lucia Borgato1 Marzo 2024

“Oltre a colpire gli aeroporti di Damasco e Aleppo, molti civili muoiono a causa di questi attacchi, che in passato erano limitati solo alle aree militari.” Con queste parole Ayham da Damasco racconta le difficoltà e le paure di chi in Siria oggi subisce le conseguenze indirette del conflitto in corso a Gaza.

Siria contesto

Abbiamo parlato spesso di Siria, oggi torniamo a farlo per raccontare la nuova ondata di conflitto che sta colpendo la Siria, andando ad esacerbare una crisi economica e sociale già ai massimi storici.

La Siria, paese già martoriato da decenni di conflitto e duramente colpita dal terribile terremoto dello scorso anno, si è trovata nuovamente al centro di una nuova ondata di violenza dopo l’inizio della guerra di Israele su Gaza. L’escalation delle ostilità tra Israele e Hamas ha portato a una intensificazione degli scontri sul suolo siriano con un significativo aumento dei bombardamenti da parte israeliana e con attacchi provenienti da diverse fazioni.

Le conseguenze di questa nuova fase di guerra si sono fatte sentire in tutto il paese, con una serie di attacchi aerei e terrestri che hanno colpito obiettivi strategici e infrastrutture chiave. In particolare, gli attacchi israeliani hanno causato danni significativi all’aeroporto di Damasco rendendo lo scalo internazionale inagibile per un lungo periodo.

A tutto questo si sommano le problematiche interne del paese. Se nella regione meridionale proseguono le manifestazioni antigovernative, contrarie all’influenza iraniana, nella regione centrale continuano gli attacchi armati attribuiti a cellule dello Stato Islamico.

In questo contesto precario che macchia di incertezza il futuro del paese, la popolazione civile siriana si trova a fronteggiare una crisi senza precedenti. La mancanza di sicurezza e le condizioni economiche precarie spingono molti siriani a cercare rifugio altrove, contribuendo al forte flusso migratorio che attraversa i confini nazionali verso l’Europa.

Le conseguenze del conflitto

Prosegue Ayham: “ I raid israeliani sono aumentati in Siria, soprattutto a Damasco, a causa degli attacchi iraniani che hanno preso di mira le forze americane da ottobre scorso. La situazione è diventata più pericolosa quando questi attacchi hanno iniziato a colpire gli edifici residenziali all’interno di Damasco. Oltre a colpire gli aeroporti di Damasco e Aleppo, molti civili muoiono a causa di questi attacchi, che in passato erano limitati solo alle aree militari.

Anche la situazione economica è al collasso. Il governo ha aumentato gli stipendi del 50 % arrivando a circa 19 dollari come minimo per i dipendenti pubblici, ma non nel settore privato. Tuttavia a questo aumento di stipendi è stato seguito dall’aumentato del prezzo del carburante, che dall’inizio dell’anno ad oggi è triplicato. Di conseguenza il costo della vita è cresciuto notevolmente. Ad esempio, una famiglia di cinque persone ha bisogno di almeno 400 dollari al mese solo per sopravvivere, lo stipendio minimo è 19 dollari, se uno è fortunato arriva a 25 o 30 dollari se lavora nell’ambito governativo. Cifre che non valgono niente per le difficoltà della situazione attuale. I prezzi sono aumentati anche tra il 50% e l’80% senza alcun motivo. Nonostante il valore del dollaro sia stabile dall’inizio dell’anno, i prezzi stanno aumentando e nessuno conosce le ragioni. L’inflazione nel 2023 è aumentata di oltre il 165 %. La corruzione è diffusa ovunque. Il governo è completamente impotente e assente. Ci sono tutti gli interessi affinché la situazione rimanga così com’è perché non ci sono segni positivi dal governo che mostrino una volontà di cambiamento. A causa di queste difficoltà è iniziata una nuova grande ondata di immigrazione, ma questa volta non di singole persone, ma famiglie, commercianti e industriali a causa dell’instabilità economica del paese e delle leggi limitanti che cambiano di giorno in giorno. Se uno ha un progetto di lavoro o imprenditoriale, qui in Siria non puoi fare previsioni oltre i tre massimo sei mesi. Tutto cambia, tutto sta cambiando velocemente di mese in mese per quanto riguarda le attività commerciali, i progetti, il settore industriale. Anche le banche sono al collasso. Non c’è denaro contante, quindi nessuno può usare la Lira o inviare trasferimenti. La maggior parte dei commercianti usa la Lira in contanti perché non c’è più fiducia nelle banche. La situazione economica sta diventando sempre più complicata. Inoltre il World Food Program smetterà di distribuire cibo in Siria nel 2024 a causa della mancanza di finanziamenti. La situazione in Siria sta peggiorando velocemente e non abbiamo neanche più la speranza che possa migliorare.”

La testimonianza di Francesco

Pro Terra Sancta è attiva nel paese da diversi anni con progetti di sostegno e assistenza sia a Damasco che Aleppo. “L’impatto del 7 ottobre sulle coscienze delle persone qui in Siria è stato significativo e persistente nel tempo, anche se con un’intensità che progressivamente è diminuita.” Queste sono le parole di Francesco, un nostro collaboratore che vive e lavora a stretto contatto con la popolazione civile siriana.

“L’evento ha contribuito – prosegue Francesco – a ridurre le prospettive di apertura e risanamento economico e sociale nella zona, limitando i movimenti e influenzando negativamente l’economia già in difficoltà. La persistente crisi economica, l’inflazione e l’aumento dei prezzi dei beni alimentari hanno ulteriormente aggravato la situazione negativa degli ultimi mesi. Anche l’instabilità in Libano, con la diminuzione dei voli e il rischio di un’eventuale invasione, ha peggiorato ulteriormente il clima locale, influenzando viaggi e turismo. Nonostante ciò, la gente continua a vivere la propria vita, adattandosi alle circostanze. L’implicazione dei vari attori nel conflitto, con attacchi mirati soprattutto su Damasco, contribuisce all’incertezza e all’instabilità della regione. Nonostante ciò, l’impatto su larga scala sulla coscienza pubblica appare marginale, anche se la preoccupazione rimane alta, soprattutto in relazione alla copertura mediatica.”

Le parole di Ayham e Francesco descrivono la situazione di chi vive in Siria oggi. Pro Terra Sancta è costantemente attiva in loco per sostenere e assistere la popolazione. In questo momento di incertezza e difficoltà aiutaci anche tu a sostenere la Siria.