Centro Mosaico Jericó

“Qui ho trovato me stesso”. Storia di Raed mosaicista a Gerico

Giacomo Pizzi28 Gennaio 2020

1.250.000 tessere di mosaico, 100 pezzi per coprire una superficie di 5 metri quadrati, un mese e mezzo per il completamento. Al Mosaic Centre di Gerico una squadra di sei persone lavora incessantemente per realizzare la copertura a mosaico di una nicchia della cripta della Dormitio, la chiesa sul monte Sion a Gerusalemme che fa memoria della dormizione della Madonna. Ogni giorno i mosaicisti incollano tessera dopo tessera seguendo le direzioni di Raed, il veterano del Mosaic Centre, che, con i suoi 20 anni di esperienza alle spalle, li guida in questa complessa operazione: una delle più difficili mai affrontate sin ora dal gruppo.

Raed ha conosciuto l’arte del mosaico nel 1999 quando ha deciso di frequentare un corso promosso dalla Agenzia Italiana di Cooperazione e Sviluppo (AICS) nell’ambito dei lavori di restauro del pavimento musivo del Palazzo di Hisham a Gerico. Viene da Nisf Jubeil un paese di 300 abitanti non distante da Sebastia, la città romana nel cuore della Samaria. All’epoca degli inizi del corso si era sposato da poco e sua moglie era incinta del suo primogenito. Ogni giorno Raed viaggiava per due ore e mezza da Nisf Jubeil verso Gerico per imparare l’arte musiva e del restauro, attività a lui sconosciute fino a quel momento.

Dopo pochi mesi dall’inizio delle lezioni, lo scoppio della Seconda Intifada incide fortemente sul lavoro: viaggiare per le strade diventa pericoloso. Spesso dorme a Gerico e si procura un secondo lavoro serale per pagare le spese. Trascorre lunghi periodi lontano da casa e la preoccupazione di aver preso la decisione sbagliata lo attanaglia: “Avevo lasciato un lavoro in un’azienda di costruzioni israeliana. Era un lavoro duro e poco soddisfacente, ma sicuramente più redditizio, almeno inizialmente, dell’avventura in cui mi stavo cacciando”. I dubbi lo tormentavano: “È stata una duplice sfida: sia con me stesso che con le persone attorno a me che non credevano in me – ci dice ancora a malincuore ricordando quei momenti – In molti mi hanno consigliato di smettere, di fare altro, ma io ho insistito perché volevo vedere dove questa strada mi avrebbe portato. E ho trovato me stesso”.

Conclusi i tre anni di formazione, Raed decide di entrare a far parte della neonata associazione Mosaic Centre, organizzazione non governativa palestinese fondata dal francescano padre Michele Piccirillo, Osama Hamdan e Carla Benelli. L’associazione negli anni è cresciuta arrivando ad avere prestigio a livello internazionale. I mosaici realizzati decorano le pareti di tantissime chiese della Terra Santa e non solo. Il numero di dipendenti è arrivato fino a 30 membri, molti dei quali sono stati formati da Raed stesso: “Lei era solo una ragazzina quando ha iniziato – dice indicando la sua collega Shireen – ora ha già una figlia e continuiamo a lavorare insieme”.

Alla nostra domanda se dopo tutti questi anni non si sia stancato del suo lavoro, Raed ci risponde che ogni progetto è una nuova sfida. Nonostante i sacrifici e le difficoltà iniziali, infatti, non si è mai pentito della sua scelta. Grazie al Mosaic Centre e l’associazione partner italiana Associazione pro Terra Sancta, ha proseguito gli studi, conseguendo un master di restauro e conservazione dei siti archeologici. Ha viaggiato, conosciuto e collaborato con persone da tutto il mondo, ma soprattutto, come ci tiene a sottolineare, fa un lavoro di cui va fiero e, portando avanti una tradizione culturale della sua terra, riesce a mantenere la sua famiglia e a far studiare i suoi quattro figli.