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Ricordando il Natale: il dono dei francescani ai bambini di Aleppo

Giacomo Pizzi4 Gennaio 2018

Nel 2016 il Natale ad Aleppo si era presentato con un volto di speranza tutto nuovo, segnato dalla liberazione di una città che ha sofferto troppo nel corso dell’interminabile conflitto siriano. Una speranza che è cresciuta timidamente nel 2017 poiché alcune attività sono riprese e alcuni appartamenti distrutti sono stati ricostruiti, grazie al vostro prezioso sostegno tramite l’Associazione Pro Terra Sancta. Eppure le difficoltà sono ancora molteplici e le ferite ancora profonde, soprattutto per quanto riguarda i bambini, ai quali si rivolge in particolare la lettera scritta prima di Natale da padre Ibrahim, parroco francescano di Aleppo.

“Tanti si domandano – scrive fra Ibrahim – quali regali offriremo noi frati francescani della Custodia di Terra Santa ai bambini di Aleppo. Ce ne sarebbero tanti, ma vogliono presentarvene uno dei migliori. Si tratta di un progetto di dopo-scuola e di recupero psicologico, scolastico e spirituale di 150 angioletti della società aleppina”. Infatti, molti di questi bambini non riescono seguire le lezioni e a proseguire nell’apprendimento, bloccati da traumi e turbamenti di vario tipo. Necessitano quindi di un processo costante e paziente di recupero.

Il progetto

Il progetto, iniziato già all’inizio dell’anno scolastico 2017-18, avrà una durata di nove mesi e si rivolge a coloro che “sono più i più fragili  e i più colpiti dalla guerra”. In questo caso, appunto, 150 su un totale di 600 bambini delle scuole elementari. Si tratta di un piccolo inizio, considerando che  sarebbero migliaia i bambini che necessitano di un’assistenza di questo tipo. Purtroppo però, come racconta ancora Ibrahim “Coprire un bambino nel campo di dopo-scuola, provvedendo alle sue diverse necessità, costerebbe circa 85 $ mensili”.

Nella lettera, arriva quindi il suo appello: “Il valore e il risultato del recupero di una persona valgono molto di più di questa somma. Ognuno di loro porta un sogno molto grande, porta tante speranze. Nonostante porti anche tante storie tristi di questi ultimi sei anni, che lasceranno di sicuro un segno molto profondo sulla sua personalità, rimane sempre in lui la speranza di una Chiesa e di una società che anela a risorgere”.

Per questo, oltre all’importante sostegno nella ricostruzione fisica di appartamenti e nell’aiuto alle varie attività che stanno risorgendo ad Aleppo, è necessario non dimenticare la ricostruzione spirituale e psicologica di questi piccoli, perché “ognuno di loro è un dono dall’alto: il ‘piccolo fratello’ per il quale Gesù ha dato la vita. Anzi, egli per ognuno di noi è il ‘Bimbo nato per noi’, è Gesù stesso”.

Sosteniamo la ricostruzione di Aleppo!