Rodi: portare aiuto a quelli che “nessuno vuole conoscere”

Giacomo Pizzi25 Febbraio 2019

Il mare che modella l’isola di Rodi, una tra le più affascinanti del Dodecanneso, lo sa. Sa quanti milioni di uomini e donne sono sbarcati sulle sue coste nei secoli, chi per fermarsi sull’isola, chi per una breve sosta prima di ripartire e chi naufrago in cerca di un rifugio. Tra queste miriadi di persone c’è anche San Paolo, Apostolo delle genti, viaggiatore instancabile e instancabile evangelizzatore.  Nasce con lui la prima comunità cristiana, una delle più importanti dell’epoca; poi l’isola diviene passaggio obbligato per chi dall’Europa si reca in pellegrinaggio sui luoghi di Gesù. Per questo ancora oggi l’isola viene considerata Terra Santa e la chiesa latina è rappresentata dalla presenza dei francescani della Custodia di Terra Santa, in particolare da padre John Luke Gregory, la cui missione, oltre a quella di parroco dei cattolici latini, è essere al servizio di coloro che passano dall’isola o che ci vivono. Sono i turisti nel periodo estivo, o alcuni componenti del personale delle navi, che per lunghi mesi di viaggio non possono partecipare alla Santa Messa e chiedono al padre di celebrare quando la nave si ferma al porto. Ma sono anche “quelli che nessuno vuole conoscere”: i rifugiati e i poveri dell’isola.

Dal 2015 ad oggi la popolazione di Rodi è cresciuta di circa 15.000 persone, per un totale di 45.000. Di questi, un terzo sono rifugiati. Arrivano dalla vicina Turchia e fuggono dalla guerra; la maggior parte sono siriani, ma ci sono anche tanti iracheni, iraniani, curdi e qualche palestinese di Gaza. Da quando è iniziata l’emergenza, Fra Luke li aiuta garantendo loro cibo, beni di prima necessità e giocattoli o libri da colorare per i bambini.

“Inizialmente – ci racconta – per portare aiuto ai profughi, mi rivolgevo ai turisti di passaggio e chiedevo loro una donazione in cibo, ma oggi, grazie al contributo di ATS pro Terra Sancta, la distribuzione è più strutturata e abbiamo un accordo con un supermercato della zona che consegna regolarmente al centro dove vivono alcuni di loro, beni di prima necessità e cibo”. Il ‘centro’ di cui ci parla fra Luke è un vecchio mattatoio in cui vivono circa un centinaio di persone, in condizioni pessime.

“Molti di quelli che arrivano sull’isola – continua Luke –  vengono trasferiti in centri più strutturati ad Atene, in attesa di documenti. Soprattutto i bambini, tantissimi bambini senza genitori, non si sa se morti, bloccati in Turchia o ancora nel loro Paese”. Altri invece rimangono a Rodi, ma vengono spostati in case popolari dell’isola. Fra Luke aiuta anche loro: “Ogni martedì facciamo un’altra distribuzione di cibo e beni  presso il nostro monastero – ci racconta – per i poveri, i drogati e le prostitute… 300 persone in tutto! Ultimamente hanno iniziato a venire per il pacco di cibo anche molti di quei rifugiati che vivono nelle case popolari!”.

Associazione pro Terra Sancta sostiene anche questa opera caritatevole del francescano che è davvero molto grato. “Io sono un pastore – continua – e aiuto tutti senza distinzione. A loro chiedo solo ‘di che cosa hai bisogno?’ e non la provenienza, la religione, il tipo di attività che conducono perché in loro vedo Gesù. Questo è il mio compito come ci ricorda sempre il Papa. Ma senza il vostro sostegno non potrei fare molto di quello che faccio per queste persone dimenticate da tutti. Grazie!

SOSTIENI LE NOSTRE ATTIVITÀ