Betania: “La cultura del dialogo come via”

Giacomo Pizzi18 Febbraio 2019

“Adottare la cultura del dialogo come via, la collaborazione comune come condotta, la conoscenza reciproca come metodo e criterio”. A Betania, le parole del Papa nel documento firmato insieme al Gran Imam Al Azhar ad Abu Dhabi sono la realtà. Qui tre diverse confessioni (comunità cattolica, ortodossa e islamica) non solo convivono pacificamente, ma collaborano insieme. Infatti, sebbene la gran parte dei cittadini di Betania siano musulmani e i cristiani una piccola minoranza, vi è un grande rispetto per la tradizione cristiana della risurrezione di Lazzaro, tanto che il nome arabo della città è appunto Al-Eizariya (città di Lazaro).

Nella recente visita che l’autorità islamica ha effettuato del il sito francescano durante i lavori di restauro degli edifici e dei mosaici, l’imam ha ricordato che anche nel Corano viene raccontata la storia di Lazzaro e il miracolo compiuto da Gesù.  Non si tratta del primo incontro interreligioso, a Betania: durante il mese di Ramdan, ogni anno la comunità musulmana invita i cristiani ed i francescani a partecipare ad un iftar, il pasto in condivisione dopo il digiuno. Momenti di condivisione per conoscersi meglio l’un l’altro. Durante l’incontro le autorità della moschea hanno molto apprezzato i lavori di conservazione di un patrimonio storico e artistico che appartiene a tutta la comunità. La Custodia di Terra Santa insieme ad ATS pro Terra Sancta e al Mosaic Centre sta cercando di rendere il sito più fruibile per i turisti e i pellegrini che vengono a visitare la tomba. La città, che è stata fortemente penalizzata dalla difficile situazione politica, vuole ripartire dalle origini e dal suo legame con la trazione cristiana.

“L’importanza di questo progetto è di accrescere il turismo nella città creando opportunità di lavoro, in particolare per le donne” ci dice Afaf Faraon, membro del consiglio comunale della città, si occupa di pari opportunità e di sostegno per le donne realizzando programmi educativi, attività ed eventi. Asaf ha deciso di dedicarsi alla politica per portare avanti i diritti delle donne nelle istituzioni: “Solo attraverso la partecipazione, possiamo davvero cambiare le cose.” Ci racconta come anche per lei, donna musulmana, Marta e Maria, le sorelle di Lazzaro, siano parte del patrimonio storico e culturale della città. “La loro accoglienza e ospitalità e il legame con la terra sono un esempio ancora oggi per le donne di Betania”. La produzione di olio di oliva e di nardo, ed il sapone sono attività che le donne a Betania compiono da secoli “ed è importante sostenere attività che portano avanti queste tradizioni come l’associazione Shorouq” continua Afaf. Shouruq è un’associazione di donne che produce sapone e olii naturali, cucina per la mensa scolastica e porta avanti un’attività di cucito e ricamo. “Il fatto che tante donne lavorino insieme portando avanti passione e tradizione è molto importante per far conoscere Betania ai tanti pellegrini cristiani e non solo che vengono a visitare la città”.