Il grande insegnamento che arriva da Betania: “lavoriamo insieme per una casa comune”

Giacomo Pizzi9 Agosto 2019

Da più di un mese sono in corso i lavori di restauro del Mosaic Centre alla Moschea di al-Uzair, la moschea più antica di Betania, in arabo Al-Azariya, che sorge accanto alla chiesa e al convento francescano dedicato a san Lazzaro. La moschea risale al periodo ottomano, ma fu costruita sui resti del monastero cristiano di epoca crociata che venne inglobato tra le sue mura. Nel luogo riconosciuto come la tomba di Lazzaro, Re Folco di Gerusalemme, per volere di sua moglie Melisenda, fece ampliare la chiesa bizantina preesistente e costruire un monastero con accesso diretto al sepolcro per le suore benedettine di cui Ivette, la sorella di Melisenda, era badessa. Il complesso subì gravi danni con la conquista dii Saladino del 1187 e con il tempo cadde in disuso.

Sui resti di questo monastero, oggi, sorgono tre luoghi di culto che da tempo convivono l’uno accanto all’altro: il Convento Francescano, la Chiesa Greco-Ortodossa e la Moschea di al-Uzair.  “Abbiamo visto i lavori che sono stati fatti al Convento di san Lazzaro qui vicino e abbiamo chiesto un consiglio a Osama Hamdan e ai suoi collaboratori per poter restaurare la nostra moschea. La moschea appartiene ai nostri avi e conserva un patrimonio culturale antico, vogliamo preservarla e prendercene cura” ci dice Salah Shukeh, il responsabile della Moschea al-Uzair.

Il consiglio si è poi trasformato in un accordo concreto per avviare i lavori: i ragazzi del Mosaic Centre Jericho hanno iniziato la ristrutturazione della moschea dopo aver ricevuto tutte le autorizzazioni da parte dell’Awqaf, l’autorità religiosa islamica.

Ayman Nafee, il resposabile dei lavori, ci spiega l’intervento che è stato fatto: “Stiamo restaurando i muri antichi, parte della chiesa e del monastero crociato. Abbiamo incontrato grandi problemi di umidità ed un uso improprio del cemento nel restauro precedente che non permetteva la giusta traspirazione”.

I lavori saranno finiti per il giorno dell’Eid al-Adha, la festa islamica del Sacrificio di Abramo. Le sale con le antiche volte crociate, finalmente rinnovate, potranno nuovamente ospitare i tantissimi fedeli che accorrono a pregare in questo giorno santo.

Questi semplici lavori di ristrutturazione sono in realtà l’importante testimonianza del clima di collaborazione e rispetto tre le due comunità, cristiana e musulmana, presenti a Betania. Dall’avvio del progetto “Betania Ospitale”, promosso da Associazione pro Terra Sancta e da AICS (Agenzia Italiana di Cooperazione e Sviluppo), per la conservazione dei resti archeologici di Betania, non solo è aumentato il numero di pellegrini e visitatori che si recano al sito ogni anno, ma anche i momenti di dialogo tra due le comunità. Si è dato il via, ad esempio, alla ormai tradizionale cena di Ramadan a cui partecipano con entusiasmo sia il Custode di Terra Santa che il responsabile della Moschea. Da entrambe le parti emerge la forte volontà di preservare un patrimonio culturale comune e di valorizzare un santuario importante, superando le differenze e le divisioni come in pochi altri luoghi nel mondo.