Bambini e insegnante

RACCONTI DI PACE: A Betlemme, nella Casa del Fanciullo dove i ragazzi imparano a voler bene.

Jacopo Battistini3 Novembre 2023

Non è facile essere giovani a Betlemme. Amir lo sa e per questo lavora alla Casa del Fanciullo di Betlemme: “Questi ragazzi vivono uno stato molto drammatico, la maggior parte di loro ha una situazione molto complicata a casa, spesso sono vittime di violenza domestica.” Così racconta Amir, il segretario della Casa del Fanciullo, un’associazione che si propone di dare un luogo sicuro dove stare a decine di ragazzi betlemiti. Perché ciò di cui hanno bisogno più di tutto è un luogo che possa essere casa. Essere un ragazzo con una situazione del genere a Betlemme vuol dire non essere al sicuro né nella propria terra né nella propria casa.

Amir è circondato dai suoi ragazzi mentre racconta la sua esperienza di segretario della Casa del Fanciullo, incarico che ricopre dalla fondazione dell’associazione nel 2007. Nella casa i ragazzi vengono seguiti sicuramente da un punto di vista scolastico, ed infatti Pro Terra Sancta collabora con la Casa attraverso una serie di progetti linguistici, in cui i volontari della nostra associazione tengono corsi di spagnolo e italiano per i ragazzi, cosa che dovrebbe garantirgli un migliore futuro lavorativo. Ma non è solo l’aspetto scolastico ciò di cui si occupa la Casa del Fanciullo anzi, Amir ci racconta che la cosa più importante è dare a questi ragazzi gli strumenti per poter costruire la propria identità, nonostante la condizione in cui si trovano. “Noi siamo certi che ognuno di loro ha qualcosa da dare alla società e al mondo, ma per farlo ognuno di loro ha bisogno di scoprire chi è, noi possiamo indicargli la strada per scoprirlo, ma sono loro che devono decidere di seguirla. È difficile e bisogna essere molto pazienti, ma prima di ogni cosa bisogna ricordarsi che questi ragazzi hanno bisogno di essere voluti bene e stimati, solo così possono trovare la sicurezza che non hanno né nella loro casa né nella loro terra.” Ed è solo attraverso questo bene che questi ragazzi possono uscire dalla spirale di violenza che vivono nel loro contesto familiare e nella loro terra, solo con un bene come questo può nascere la pace nella loro vita e nel contesto in cui vivono.

Questa è la cosa più importante che la Casa del Fanciullo dà con questi ragazzi: dà loro una casa e un luogo sicuro in cui poter scoprire chi sono, e spesso il bene non viene più dimenticato. Amir ci racconta la storia di Amjad, uno dei primi ragazzi che il centro ha accolto nel 2007. Tratto in salvo da una situazione familiare molto difficile Amjad inizialmente arrivava al centro e non parlava con nessuno, completamente chiuso in sé stesso, come intimorito e spaventato da ogni cosa che lo circondava. “La parte più difficile è stata fargli capire che si trovava in uno spazio dove era guardato e voluto bene per quello che era, è sempre la parte più difficile con questi ragazzi. Hanno come interiorizzato il sospetto e la diffidenza.” Ma piano piano il rapporto con gli educatori del centro ha permesso a questo ragazzo di accettare la sua storia e di aprirsi e da lì tutto è cambiato. Amjad si è rivelato così un ottimo studente e finito il suo percorso alla Casa del Fanciullo ha deciso di iscriversi all’università di Betlemme, laureandosi in Matematica e Fisica diventando poi un professore. Tutt’ora Amjad rimane legato alla Casa e tutti i giorni lavora come volontario con i ragazzi dell’istituto che gli ha permesso di diventare la persona che è oggi, portando lo stesso bene che lui ha ricevuto ad altri ragazzi che vivono la stessa situazione che anche lui ha vissuto e costruendo nelle loro vite un futuro di pace. Dimostrando che, anche in questa terra difficile, il bene ricevuto non viene dimenticato.