riviste antiche custodia TS

Scavando tra vecchie riviste si scopre la storia della Custodia di Terra Santa

Giacomo Pizzi4 Giugno 2013

Il lavoro alla biblioteca di San Salvatore non è finito con l’inaugurazione della nuova sede. Anzi, proprio da quel momento sono partiti, grazie ad ATS pro Terra Sancta e nel quadro del progetto”Libri, Ponti di Pace”, delle attività per rendere disponibile a tutti la grande ricchezza di volumi della Custodia di Terra Santa.

Non solo libri, messali o manoscritti: a disposizione degli utenti c’è anche un gran numero di riviste e periodici, sia gli ultimi numeri per rimanere aggiornati, sia ingialliti numeri ottocenteschi, che permettono di aprire una finestra sul passato.

Da tre mesi Nicola, volontario di ATS pro Terra Sancta, sta dando il suo contributo alla biblioteca provvedendo a dare un ordine a questa sezione, che è forse meno nobile del fondo antico di incunaboli e cinquecentine, ma non per questo meno interessante e meno ricca di spunti. In possesso della biblioteca ci sono infatti più di 500 diversi titoli, dai molteplici argomenti: diritto canonico, francescanesimo, scienze umane, geografia, patristica, missioni, teologia, storia… Tante anche le riviste specifiche sulla Terra Santa, in tantissime lingue diverse, per arrivare a portare notizie di questi luoghi in ogni angolo del mondo.

Racconta Nicola, tra gli scatoloni e gli scaffali: “Se da un lato può essere faticoso cercare di mettere in ordine cronologico una rivista con alfabeto arabo, o ebraico, o armeno, o cirillico, o greco… dall’altro è però un esercizio personale utile per capire al meglio la molteplice anima di Gerusalemme. A volte è difficile resistere alla tentazione di aprire le pagine di una rivista missionaria di più di cent’anni fa, guardare le fotografie di barbuti francescani circondati da beduini in posa statuaria, o divertirsi con le reclàme dei primi del ‘900!”

Scriveva Milan Kundera ne “L’insostenibile leggerezza dell’essere”: “ogni cosa è illuminata dalla luce del passato”. E anche Nicola conferma e fa sua questa affermazione: “Durante la mia esperienza qui – racconta il volontario – mi sono certo riempito gli occhi di realtà e di presente, ma ho avuto e sto avendo anche la fortuna, in biblioteca, di scavare all’indietro in quella luce del passato, in quella secolare tradizione della Custodia che non bisogna mai dimenticare. Gerusalemme è già meravigliosa, ma vista sotto quella luce diventa ancor più bella”.