SBF Archaelogical Collections del Terra Sancta Museum: allestimenti e scoperte in attesa dell’apertura

Giacomo Pizzi3 Maggio 2018

Chi da oggi entra nel Convento della Flagellazione noterà su alcune porte un nuovo nome: SBF Archaelogical Collections. Così si chiamerà la nuova sezione del Terra Sancta Museum che con il suo nome si riallaccia alla lunga tradizione degli archeologi francescani dello Studium Biblicum Franciscanum che custodiscono i preziosi reperti da scavo legati ai Luoghi Santi.

Mentre continuano i lavori per l’apertura di questa nuova sezione museale, sostenuti da ATS pro Terra Sancta, in queste settimane si è conclusa la prima fase di allestimento delle sale. «Si è provveduto all’arredo architettonico di alcune aree – spiega l’architetto Vincenzo Zuppardo (volontario di ATS pro Terra Sancta)-. Tutti gli elementi montati, dalle porte esterne, agli infissi, controsoffitti, passerelle su cisterne, sono in metallo “verniciato a polvere” secondo il progetto e gusto del capo architetto Tortelli».

I lavori sono stati eseguiti dalla ditta Lamp Arredo Tailored Metal, un’azienda italiana contraddistintasi anche nell’allestimento di altri musei (Bergamo, Milano, Cremona, Verona, etc.) e abile nel lavorare il metallo e vetro dalla struttura architettonica al pezzo di design. Così per due settimane gli operai dell’azienda italiana e gli operai locali della Custodia di Terra Santa hanno lavorato insieme in modo del tutto sinergico.

Entrando all’interno degli antichi ambienti in pietra è stata conclusa la prima sala del museo archeologico che fungerà da introduzione per parte dedicata ad Erode. Adornano la sala due splendidi capitelli provenienti dall’Herodion e dalla Tomba degli Erodi e un pannello che illustrerà il contesto storico della Palestina al tempo di Gesù.

Inoltre mentre si procedeva alla pulizia di un’antica cisterna, nella zona chiamata tradizionalmente “casa di Erode”, è stata scoperta una croce in muratura.  «Nessuno la conosceva e non risulta nemmeno negli studi di Padre Bellarmino Bagatti – spiega Fra Eugenio Alliata (docente di archeologia dello Studium Biblicum Franciscanum e direttore del Terra Sancta Museum) -.  La curiosità è sorta quando un nostro operaio durante i lavori di pulizia ci ha detto di aver visto una croce». Così lo studioso francescano, insieme al capo architetto del cantiere Tortelli e al giovane architetto V. Zuppardo, si è calato nella cisterna profonda 5 metri c.ca, per una ricognizione. «Se tutte le ipotesi di datazione sono aperte –  conclude il frate francescano – certamente il ritrovamento di una croce dimostra la presenza di cristiani in quell’area probabilmente tra il XIV e il XVI sec.Nel giugno del 2017, nello stesso ambiente erano state trovate due grandi lastre di età romana (I-II secolo d. C.), tessere di mosaici e una grande colonna, in pietra rossa di Betlemme, forse di età bizantina, usata sotto la pavimentazione come copertura di una cisterna. Terra Sancta Museum

Nella seconda fase di allestimento si provvederà alla realizzazione di vetrine e supporti degli oggetti.  Le basi delle vetrine saranno in pietra locale come quella la stessa che sarà posta sul pavimento con i nomi di chi ha contribuito e contribuirà a sostenere il grande progetto del Terra Sancta Museum.

Il TSM sarà anche un museo all’avanguardia al servizio di studiosi e pellegrini. Così in attesa dell’ultima fase di allestimento, racconta Sara Cibin (capo progetto del TSM): «si sta sviluppando un’App interattiva con testi arabo-ebraico e approfondimenti sui contenuti (inglese-italiano), e in futuro in più lingue, che fungerà da aiuto ai visitatori».

A pochi mesi dall’apertura del nuovo museo, probabilmente a giugno, gli antichi ambienti rivelano nuovi tasselli della storia cristiana di un’area, tradizionalmente legata alla condanna e flagellazione di Gesù, ancora tutta da scoprire e ricostruire.