Mancanza acqua Betlemme

“Voglia di acqua” a Betlemme: nuove cisterne di acqua in regalo a Rana e alla sua famiglia

Giacomo Pizzi3 Dicembre 2018

Le grandi cisterne che affollano Betlemme

Osservando la distesa di case che si estende a partire dalla Basilica della Natività, lo sguardo non può che soffermarsi sulle centinaia di taniche che, tra le croci dei campanili, spuntano sui tetti. Queste sono le grandi cisterne di colore nero o bianco che gli abitanti usano per conservare l’acqua in modo da poterla consumare in momenti difficili. La mancanza di acqua affligge Betlemme con estrema frequenza. I dati delle organizzazioni internazionali e della PWA (Palestinian Water Autority) sono allarmanti: un sistema idrico vecchio, con danni alle tubature, non sempre garantisce acqua pulita e potabile. Inoltre, l’acqua corrente raggiunge le case solamente 20 giorni al mese circa. Nel periodo restante le taniche sui tetti sono uno strumento indispensabile per affrontare il disagio.

Poter fare una doccia calda, fare il bucato, cucinare e lavare le stoviglie sono azioni che molto spesso compiamo in modo automatico. Tuttavia, non riflettiamo mai su quanto, in molte parti del mondo, questi siano privilegi di cui solo pochi possono godere. Betlemme è uno di questi luoghi meno fortunati.

La storia di Rana e della sua famiglia

Abbiamo seguito Muna e Naila, che sono rispettivamente la responsabile dell’ufficio tecnico e l’assistente sociale di ATS pro Terra Sancta a Betlemme. Muna e Laila ci fanno visitare un’abitazione in cui si sono appena conclusi i lavori di installazione di due nuove taniche. Rana apre la porta di casa accogliendoci con un grande sorriso, ci invita ad entrare e ci fa accomodare nel suo salotto insieme ai suoi due figli Rami di 17 e Hussam di 13 anni. La più grande, Miriam non è in casa perché sta studiando all’Università. Rana non parla inglese, ma grazie all’aiuto di Naila, Muna e il figlio maggiore riusciamo a comunicare con lei e farci raccontare la sua storia.

La storia di Rana e della sua famiglia è simile a quella di molte altre qui a Betlemme: lavori mal pagati e tante spese. queste ultime sono dedicate soprattutto per garantire una buona istruzione ai figli. Rana ha appena trovato un lavoro in una panetteria, suo marito Ahmad, un operaio a giornata, al momento non può lavorare. Alla situazione familiare complicata dal punto di vista economico, infatti, si aggiunge un problema giudiziario: Ahmad, per aiutare la famiglia, si è fatto garante per il fratello di una grossa somma di denaro che, purtroppo, non ha potuto restituire.

La legge è molto chiara: non solo il debitore, ma anche colui che si fa garante in suo nome, in caso di mancato pagamento, rischia molti anni di reclusione. A causa di ciò Ahmad è dovuto scappare da Betlemme. In grave difficoltà e afflitta per la mancanza di acqua, Rana ha trovato il coraggio di chiedere aiuto. Ha deciso di rivolgersi ad ATS pro Terra Sancta. “Inizialmente non volevo, ma l’ho fatto per il bene dei miei figli, eravamo costretti a comprare bottiglie di plastica per lavarci. Ma adesso abbiamo una preoccupazione di meno e viviamo con meno stress”.

Le aspirazioni dei ragazzi

Rimaniamo con loro ancora un po’ per farci raccontare da Hussam come va la scuola, dell’esame di maturità che Rami dovrà affrontare quest’anno e delle aspirazioni per il futuro di questi ragazzi. E quando chiediamo loro cosa desiderano per questo Natale ci rispondono: “ATS ci ha già fatto un grande regalo, ora desideriamo solo poter stare di nuovo tutti uniti con nostro padre”.