terremoto siria

Ad Aleppo si continua a scavare tra aiuti e solidarietà

Veronica Brocca7 Febbraio 2023

«Ho provato a contattare mia madre e mio padre, ma non mi hanno risposto perché avevano lasciato i loro telefoni a casa per scappare in strada. Pensavo fossero morti. Ma poi li ho visti in strada … grazie Dio». Con la voce rotta, la giovane Muna di Aleppo ricorda così i terribili momenti vissuti ieri notte durante il terremoto che si è abbattuto su una Siria già in ginocchio.

La testimonianza di Muna, che il nostro collaboratore di Pro Terra Sancta Giacomo Pizzi ha raccolto in questa intervista, non è una storia isolata.

Tra le persone che si sono messe in salvo questa notte c’è anche Mariam, una mamma siriana. Queste le sue parole: «le pareti della nostra casa hanno tremato a tal punto che dalle crepe si poteva vedere fuori; io e mio marito Nerwan abbiamo preso le nostre figlie e siamo scappati verso il convento».

Pro Terra Sancta si è subito attivata per assistere chi è rimasto colpito dalle scosse.

Chiesa francescana di Aleppo

I soccorsi tra neve e timori

In “uno dei più grandi disastri della storia turca”, come lo ha definito il presidente turco Erdoğan, le vittime tra Turchia e Siria sono arrivate a più di 5.000. Gli esperti ipotizzano che ce ne saranno oltre 20.000.

Nella nostra campagna di raccolta fondi riportiamo anche i dati aggiornati direttamente da Aleppo, dove sono stati allestiti 20 centri di assistenza e rifugi, due dei quali gestiti da Pro Terra Sancta.

George, uno dei nostri assistiti, racconta: «quando la terra ha tremato il muro interno è crollato diviso a metà. Nel bagno si è staccato il lavandino e tutta la mobilia si è schiantata a terra. Sono corso fuori con mia moglie, ma il palazzo tremava e lei in preda al sonno è caduta due volte – ho dovuto recuperarla, pensavamo non si sarebbe mai fermato! Ora non possiamo tornare a casa».

Materassini Aleppo
Un uomo prende i materassini per la notte, Aleppo 06/02/23
Convento knayeh
Interno del convento di Knayeh, 07/0223

Il terremoto ha colto la popolazione turca e siriana nel cuore della notte, alle 4:17 di lunedì 6 febbraio (2:17 italiane). Moltissimi edifici, tra cui il convento francescano di Azizieh, rimangono instabili.

La parrocchia latina di Aleppo si è attivata immediatamente per offrire un riparo, coperte e un pasto caldo a chiunque ne avesse bisogno.

Giacomo Pizzi, che da mercoledì scorso si trova in missione ad Aleppo, afferma: «lunedì notte e oggi ci sono state ancora delle scosse di assestamento, alcune molto lievi. E la paura è tanta. Si vedono molte donne e bambini dormire all’aperto. E la notte in Siria si gela».

Chiesa Yacoubieh
La chiesa di Yacoubieh distrutta dal terremoto, Siria 07/02/23
Chiesa Yacoubieh

Ad Aleppo, nel caos della città distrutta, uomini e ambulanze trasportano corpi senza sosta e controllano ogni casa rimasta in piedi per capire se è agibile o meno.

Fra Hukas, parroco di Aleppo, dalla sua parrocchia francescana riporta così la situazione: «Nel pomeriggio è tornato il terremoto di nuovo a colpire la città e la gente, impaurita, è corsa da noi. Come vedete sono tutti rifugiati in una sala sotto la chiesa. Tutti hanno lasciato la casa, nessuno ha più sicurezza. La mensa per i poveri che gestiamo, da ieri non si rivolge più solo ai poveri, ma a tutti gli sfollati. Ora stiamo distribuendo la cena per loro dalla nostra cucina. Qui diciamo anche la Messa e il Rosario. Tutti pregano il Signore con tanta fede. Vi ringraziamo tanto per la vostra preghiera».

La situazione è davvero drammatica. Le operazioni di salvataggio sono estremamente ardue e le strade ricoperte di neve e il freddo pungente intralciano e rallentano i soccorsi. Inoltre, in Siria mancano mezzi e uomini preparati ad affrontare questo tipo di emergenze, gli ospedali sono già affollati e la gente ha urgente bisogno di cibo e coperte.

La sala della parrocchia francescana di Aleppo, 06/02/23

Una catena di solidarietà

Europa, Stati Uniti, Russia, Cina e molti altri si sono mossi fin da subito per inviare aiuti in Turchia e Siria.

Papa Francesco ha espresso la sua vicinanza su Twitter: Sono vicino con tutto il cuore alle persone colpite dal terremoto in #Turchia e #Siria. Continuo a pregare per quanti hanno perso la vita, per i feriti, i familiari, i soccorritori. L’aiuto concreto di tutti noi li possa sostenere in questa immane tragedia”.

Monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, si trova ora ad Aleppo e desidera portare la solidarietà del Papa a tutti i siriani. In un video inviatoci da Giacomo Pizzi afferma: «Voglio essere un segno di testimonianza soprattutto della solidarietà del Papa e delle tante chiese che sono pronte ad inviare aiuti. Rimarrò ad Aleppo un paio di giorni e poi mi recherò a Latakia, che pure è stata colpita gravemente dal terremoto. Ho vissuto 12 anni di guerra, abbiamo visto tanta sofferenza e nessuno si immaginava questa mia ulteriore sofferenza. Facciamo tutto quello che possiamo».

Latakia
Latakia
Queste tre immagini sono state scattate oggi a Latakia
Latakia

Pro Terra Sancta si è attivata subito per aiutare concretamente la popolazione siriana lanciando una campagna di raccolta fondi che andrà ad aiutare nelle operazioni di ricerca e soccorso. In queste ore, l’Associazione continua a fornire beni di prima necessità mentre si scava ininterrottamente tra le macerie.

Ad Aleppo sarebbero almeno 50 gli edifici crollati in seguito al terremoto, e solo ieri più di 500 persone si sono recate all’interno del Terra Sancta College per ricevere assistenza e un pasto caldo.

Chiediamo a Giacomo quali siano le necessità più immediate sul campo: «C’è bisogno di tutto l’aiuto possibile, perché iniziamo adesso a rilevare tutti i bisogni. Necessitiamo coperte, perché piove e fa freddissimo, non c’è riscaldamento e non c’è luce. Serve anche cibo e acqua». La campagna di raccolta fondi va proprio incontro a queste urgenze.

Interno convento Knayeh
Interno del convento di Knayeh, 07/02/23
Esterno convento Knayeh
Esterno del convento di Knayeh, 07/02/23

Le parole di fra Bahjat

Su quanto successo parla anche fra Bahjat Karakah, parroco della comunità latina di Aleppo e collaboratore di Pro Terra Sancta per i progetti di aiuto alla popolazione, che ci ricorda che i danni non si limitano alla città di Aleppo, ma si estendono anche nord nei villaggi dove si trovano i confratelli francescani a Knayeh e Yacoubiyeh, ma anche a Latakia.

Queste le sue parole di lunedì: «Questa mattina ci siamo svegliati verso le 4:00 con una fortissima scossa di terremoto. Siamo scesi giù e infatti molta gente era scappata dalle case – scappata al buio, tra l’altro, perché non c’è corrente elettrica. Molta gente si trova sotto le macerie, sicuramente ci sono ancora tante vittime. È un terremoto che ha una superficie molto vasta. La nostra cucina di beneficenza, che di solito dà quasi 1.200 pasti al giorno per i poveri, oggi si attiverà al massimo per aiutare tutti quelli che sono rimasti senza casa e non potranno mangiare. Chiediamo il vostro sostegno, il vostro aiuto e soprattutto lanciamo questo appello per togliere le sanzioni dalla Siria, affinchè si possa ricostruire e si possa soccorrere chi sta nel bisogno. Grazie».

Anche noi ci uniamo all’appello per rimuovere, o almeno allentare, le sanzioni che impediscono la ricostruzione del Paese e poter aiutare con più rapidità ed efficacia le persone colpite dal terremoto.

Fra Bahjat
Fra Bahjat accoglie le persone sotto la chiesa