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Un patrimonio da valorizzare: procedono le attività di catalogazione dei fondi librari della Custodia di Terra Santa

Giacomo Pizzi16 Dicembre 2013

In occasione dell’inaugurazione della nuova sede della Biblioteca Generale, lo scorso febbraio, il Custode di Terra Santa aveva affermato: “È parte integrante della nostra missione promuovere la dignità dell’uomo, di tutto l’uomo. Questo significa certamente creare occasioni di lavoro e sostegno ai poveri, ma anche permettere a tutti l’accesso alla conoscenza e alla cultura: le scuole, il Magnificat, lo Studium Biblicum Franciscanum, le biblioteche e gli archivi, non sono semplicemente una realtà culturale a sé stante, distinta rispetto all’attenzione ai poveri e alle diverse attività di carattere sociale. Sono anzi da leggere insieme. Il pane e la Parola, il lavoro e la cultura, la casa e la ricerca scientifica, non appartengono a storie diverse, ma sono fili di un’unica trama della vita di questa Terra benedetta, che hanno senso se messi insieme, intrecciati gli uni con gli altri”.

In quest’ottica di apertura e condivisione del sapere stanno procedendo le attività di catalogazione del patrimonio librario della Custodia di Terra Santa, e la visita a Gerusalemme della dott.ssa Angela Contessi si inscrive in questo tracciato. Forte di una lunga esperienza di lavoro presso il Catalogo Unico delle Biblioteche dell’Università Cattolica di Milano, la dott.ssa Contessi è attualmente impegnata nell’ambito del progetto “Libri Ponti di Pace” in qualità di consulente e formatrice. Passando tra gli scaffali colmi di manoscritti e antichi volumi, afferma: “Il patrimonio custodito nelle Biblioteche della Custodia di Terra Santa è un patrimonio culturale e bibliografico unico al mondo, al quale si sta dando sempre maggior visibilità e apertura”.

In questa settimana a Gerusalemme, la dott.ssa Contessi si sta occupando di monitorare il lavoro in corso, in particolare sul catalogo elettronico, lo strumento che permette appunto l’accessibilità e la piena fruibilità da parte di ricercatori e studiosi all’immenso patrimonio librario della Custodia di Terra Santa.

Attraverso il catalogo OPAC (Online Public Access Catalogue, visitabile alla pagina opac.bibliothecaterraesanctae.org), in costante aggiornamento, sono infatti ricercabili gli oltre 40.000 volumi contenuti nella Biblioteca Generale. Vista la sua recente implementazione, il catalogo è inoltre in fase di bonifica e uniformazione dei record bibliografici, grazie al paziente lavoro della dott.ssa Emilia Bignami dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e, per la parte informatica, del dott. Alessandro Tedesco dell’Università degli Studi di Udine.

Sempre in riferimento all’importanza di una biblioteca che sia aperta, accessibile al pubblico, la dott.ssa Contessi continua dicendo: “Oggi le biblioteche della Custodia non sono più isole, ma hanno un ruolo fondamentale nella diffusione del sapere, mettendo a disposizione le loro peculiarità e le loro ricchezze”.

Pur configurandosi come biblioteca di carattere generale, infatti, quella della Custodia di Terra Santa possiede un patrimonio documentale che ne sancisce l’unicità e la specializzazione come, ad esempio, quello dedicato alla descrizione dei Luoghi Santi, agli itinerari di Terra Santa, alla storia della Custodia e al francescanesimo. Oltre a queste sezioni molto caratterizzanti, nel fondo generale si trovano anche interessanti settori dedicati alla storia, all’archeologia, all’arte, alla storia della Chiesa, alla liturgia, alla mariologia, all’apologetica e alla teologia.

Il progetto “Libri Ponti di Pace”, nel quale si inseriscono queste attività di catalogazione, è stato avviato nel giugno 2011 grazie a una collaborazione tra la Custodia di Terra Santa, ATS pro Terra Sancta e il Creleb – Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca dell’Università Cattolica di Milano -, oggi rafforzata grazie anche alla recente convenzione stilata tra la Custodia di Terra Santa e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. L’idea alla base di questo importante progetto è quella secondo cui costruire spazi di studio e di ricerca, anche in un luogo da sempre complesso e affascinante come Gerusalemme, rappresenta un investimento che dura nel tempo e, soprattutto, contribuisce a costruire e a favorire il dialogo tra i popoli, le culture e le religioni. I libri e le biblioteche diventano allora dei veri e propri ponti per costruire la pace.