Le voci dei piccoli di Betlemme, tra la mensa, i compiti e il campo di pallone

Giacomo Pizzi9 Dicembre 2014

I tavoli della mensa sono affollati e nell’aria si respira l’allegria contagiosa dei ragazzi, oltre che un delizioso odore di riso con verdure, il piatto del giorno. “Il menu cambia tutti i giorni, per esempio ieri abbiamo mangiato la pasta – racconta Basel, un ragazzo della settima classe – e laggiù c’è il dolce. È divertente mangiare tutti insieme!”.

La mensa è una delle attività del progetto “Betlemme e i bambini di Terra Santa”, che ha come obiettivo quello di sostenere la crescita personale e l’educazione di giovani palestinesi tra i 3 e i 17 anni. Per i ragazzi provenienti dalle famiglie più povere, l’iniziativa francescana, che gode del supporto della Fondazione San Zeno, offre l’opportunità di trascorrere del tempo in più a scuola, invece che in strada, con il servizio mensa e le attività extra didattiche.

“Dopo il pranzo abbiamo una mezz’ora di svago e poi, alle 3, andiamo in classe a fare il doposcuola” racconta Mohammed. All’uscita dalla mensa, infatti, i ragazzi si riversano nel campetto della scuola: la maggior parte gioca a calcio, alcuni gruppetti invece chiacchierano sulle scale del cortile.  Dopo un goal da professionista, George racconta in cosa consistono le attività pomeridiane: “I professori ci aiutano a fare i compiti e a prepararci per le interrogazioni del giorno dopo; facciamo tutte le materie: inglese, arabo, italiano, matematica”.  Lui è bravissimo in inglese…

Nonostante la maggior parte degli studenti provenga da un contesto di estrema povertà e di disagio sociale, l’atmosfera a scuola è distesa, i ragazzi sono curiosi e alcuni di loro hanno le idee chiare sul futuro: “Voglio viaggiare, visitare tanti paesi, ma poi voglio tornare a Betlemme: è il paese più bello!” confida Ilyas, che frequenta la decima classe.

Se questi ragazzi hanno migliori prospettive per il futuro è grazie al sostegno dei frati francescani e del personale educativo che ogni giorno sceglie di credere in loro, aiutandoli a sviluppare al meglio il loro potenziale.

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