Rami di Nisf Jubeil

Giacomo Pizzi23 Maggio 2017

Dopo i giorni delle olive potrò finalmente fidanzarmi e poi, presto, sposarmi”.  A Rami Awayes, 28 anni, sembrava impossibile fino a qualche anno fa. E invece tutto accadrà a ottobre, “dopo le olive”, ovvero dopo i giorni della raccolta. “Tutto grazie a questo lavoro, che mi ha dato davvero tanto”, spiega, “il matrimonio è uno dei regali più belli, ma ce ne sono molti altri!”.

Dal giugno 2016 Rami è responsabile della Mosaic Guesthouse a Nisf Jubeil, un paesino di circa 300 abitanti che sorge sulle colline della Samaria. Il villaggio si trova a cinque minuti da Sabastiya, dove la tradizione identifica la tomba di san Giovanni Battista. Qui il Mosaic Centre Jericho e Associazione pro Terra Sancta hanno avviato alcuni progetti socio-imprenditoriali a supporto della comunità. Oltre alla Guesthouse, è stato avviato anche un laboratorio dove vengono prodotte artigianalmente ceramiche secondo la tradizione locale.

“Inizialmente sono stato coinvolto come operaio nei lavori di restauro di alcuni locali, antiche abitazioni palestinesi, che abbiamo trasformato nelle stanze della Guesthouse di Nisf Jubeil”, continua Rami “ora gestisco la Guesthouse che oltre a me coinvolge alcune famiglie del villaggio, per il lavaggio delle lenzuola e degli asciugamani, la preparazione della colazione…”. Per molti questo progetto è davvero un’occasione importante, dato che oltre alla coltura delle olive e ad alcune attività di pastorizia, nei dintorni c’è poco altro.

Rami possiede sette pecore e alberi di ulivo nei terreni di famiglia. “Che non è poco” dice entusiasta, “ma in questo lavoro imparo un metodo e mi si apre un orizzonte nuovo. Ora sto imparando l’inglese… Insomma per la prima volta mi sento coinvolto nella costruzione di qualcosa di grande: sono tutte iniziative che assicurano un futuro a me, come a tutto il paese!”

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